Adalberto vescovo - Immaginette Sacre

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Adalberto vescovo

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23 Febbraio
Α
Altre immagini del SantoΩ

B A C KPolonia 997



Adalberto è la forma originaria, e ormai poco comune, del nome assai frequente di Alberto. Più che alla diffusione del nome, la scelta di questo Santo, per un giorno privo di titolare ufficiale nel Calendario della Chiesa, si raccomanda all'importanza del personaggio, che fu uno dei grandi Vescovi missionari dell'Alto Medioevo.
Sant'Adalberto fu, nel X secolo, apostolo dei Russi o, come allora venivano chiamati, dei Sarmati, popolo barbaro e pagano, inquieto e bellicoso.
Fu una principessa russa, Santa Olga, convertitasi in tarda età al Cristianesimo, a chiedere, all'Imperatore Ottone il Grande, missionari per evangelizzare il suo popolo. Ottone aderì alle richieste, pensando di sfruttare la missione religiosa anche per fini politici, o almeno diplomatici, avviando pacifici rapporti con le irrequiete popolazioni dell'Est.
A capo della missione presso i Sarmati venne posto Adalberto, santo monaco di Treviri. Ma appena entrati in Russia, i missionari cristiani furono attaccati dai barbari e massacrati. Adalberto soltanto scampò, ritornando a Magonza, ospite della corte imperiale.
Dopo alcuni anni trascorsi a fortificarsi spiritualmente nella preghiera e nello studio, il monaco riprese la sua missione ma, diciamo così, cambiando tattica.
Venne consacrato infatti Arcivescovo di Magdeburgo, la città che proprio Ottone il Grande aveva fondato sulle rive dell'Elba, ai confini orientali dell'Impero, e che costituiva la roccaforte avanzata della civiltà cristiana verso l'Oriente pagano.
L'immensa arcidiocesi di Sant'Adalberto comprendeva le terre dei Polacchi, dei Magiari, dei Sarmati e degli Slavi. Da Magdeburgo, con opera tenace e insonne, il Santo Arcivescovo estese la predicazione cristiana alle regioni dell'Est, spingendosi via via sempre più lontano dall'Elba, e sospingendovi i suoi sacerdoti e Vescovi missionari, fantaccini di un vero e proprio esercito della fede, sempre sul piede di guerra.
La sua fu come l'opera di un paziente seminatore, alle prese con un campo sconfinato. Lentamente, penosamente, quei pochi semi di santità attecchirono, si moltiplicarono, si propagarono. Come un rivolo che sempre più si ingrossi, il Cristianesimo avanzò tra Sarmati e Slavi, Polacchi e Magiari.
Sant'Adalberto non vide la conversione dei popoli dell'Oriente europeo, ma l'anticipò col suo spirito profetico e con la fede nella Provvidenza, prima di morire dopo tredici anni di episcopato, nel 981, sul campo del suo immane lavoro, presso Magdeburgo, roccaforte avanzata della civiltà cristiana e, con lui, della cristiana santità

 
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