Agnello abate - Immaginette Sacre

Vai ai contenuti

Menu principale:

Agnello abate

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
Napoli
Napoli
14 Dicembre
Α
Altre immagini del SantoΩ

B A C KNapoli 14 dicembre 595
Martirologio Romano
A Napoli, sant’Agnello, abate del monastero di San Gaudioso.
C'è una piccola guerra, per fortuna incruenta, tra due città italiane situate a notevole distanza l'una dall'altra sulla carta geografica. La guerra di Sant'Agnello, o meglio delle sue reliquie, che Lucca afferma di possedere, contestando l'autenticità di quelle che Napoli conserva, in un bel busto‑reliquiario del '600, esistente nella celebre cappella di San Gennaro, presso la cattedrale.

A Napoli, Sant'Agnello viene ricordato di dicembre. A Lucca, invece, viene festeggiato di maggio. Nessun dubbio, però, nonostante la « guerra » delle reliquie, che si tratti di un personaggio partenopeo, e che nella città di San Gennaro il suo culto sia fiorito ancor prima del Mille.

Per tracciare la storia, del resto assai oscura, di Sant'Agnello di Napoli, bisogna rifarsi all'origine del monastero del quale fu Abate, più tardi detto appunto di Sant'Agnello. Venne fondato nel V secolo da Gaudioso Settiminio Celio, Vescovo di Abitina, in Africa, fuggito al tempo dell'invasione dei Vandali. Si trattò, probabilmente, di un monastero che seguiva la Regola basiliana, e nel quale Sant'Agnello divenne Abate nel secolo successivo, dopo essersi fatto monaco a soli quindici anni e aver fondato un ospedale nei pressi di Napoli.

Le prime notizie su Sant'Agnello ci vengono da un certo Pietro, suddiacono della Chiesa napoletana, che visse nel X secolo. Questo Pietro era stato guarito da una grave malattia per intercessione dell'antico Abate. In riconoscenza, egli compilò un insolito ex‑voto: il Libellus miraculorum, cioè un libretto nel quale venivano narrate altre ventidue guarigioni miracolose che il suddiacono napoletano attribuiva a Sant'Agnello.

Il Libellus costituiva dunque, una vera e propria patente di santità, quasi a compenso, almeno parziale, del fatto che il nome di Agnello non compare tra quelli degli altri Santi negli antichi documenti e calendari della diocesi partenopea.

Altri autori, più tardi, parlarono di nuovi interventi prodigiosi di questo Santo in difesa di Napoli e di Sorrento assediate dai Saraceni, e la devozione per l'antico Abate andò crescendo con i secoli, tanto che dal '400 Sant'Agnello figura tra i Patroni della Diocesi.

Da Napoli, la devozione per Sant'Agnello si diffuse verso il Nord, e un'altra località lo scelse come Patrono: Guarcino, in provincia di Frosinone, tra i monti della Ciociaria, non lontano da Fiuggi.

Finalmente, ancora più a settentrione, il culto di Sant'Agnello si apprese anche alla città di Lucca, dove un altare gli fu dedicato fino dal XII secolo. E qui, intorno alle reliquie del Santo dal mansueto e pacifico nome, si accese la piccola guerra alla quale abbiamo accennato, nei confronti della quale vorremmo mantenere, almeno per il momento, una imparziale neutralità.

Ultima precisazione: Sant'Agnello di Napoli ‑ e di Lucca ‑ non va confuso con il Beato Agnello da Pisa, francescano della prim'ora, primo provinciale dell'Ordine in Inghilterra, che ricordiamo in altra occasione il 14 marzo, mentre il giorno 13 ricorre la sua memoria.


 
Copyright 2017. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu