Presso la cresta dell'Appennino tosco-emiliano, non lontano dalle sorgenti del Tevere, ma sul versante che digrada ripido verso la pianura della Romagna, si trova una località termale detta Bagno di Romagna, già nota nella remota antichità, e ancor oggi assai frequentata e apprezzata.
Vicino a Bagno di Romagna, una sorgente d'acqua termale si chiama ancora Bagno di Sant'Alberico, ricordando così uno dei pochi Santi di questo tipico nome medievale; anzi l'unico Sant'Alberico italiano.
Il nome di Alberico è più noto nella storia civile, se non altro perché richiama immediatamente Alberico da Barbiano, il primo grande condottiero italiano, vissuto nel '300 e fondatore della Compagnia di San Giorgio, che si faceva vanto di essere formata unicamente da guerrieri italiani.
Chissà se il grande uomo d'arme ebbe il suo nome proprio per devozione del Sant'Alberico oggi ricordato: un'eventualità poco probabile, perché la fama di questo Santo, anche nei tempi passati, non andò molto al di là delle dirupate pendici appenniniche.
Infatti, oltre la fonte di acqua termale, poco più è restato a far memoria di questo antico personaggio che fu, sulle inospitali montagne, un devoto eremita, vissuto forse nell'X1 secolo.
La cella nella quale si santificò, nella solitudine, nella penitenza e nella preghiera, e che probabilmente era formata da una capannuccia di frasche, venne poi trasformata in una cappella, altrettanto semplice e povera; adatta, insomma, al Santo al quale è dedicata.
Non lontano da Bagno di Romagna, si trova il celebre eremo di Camaldoli, fondato da San Romualdo e culla dell'Ordine monastico, detto appunto camaldolese. Si è pensato perciò che anche Sant'Alberico fosse camaldolese, per quanto non sia facile spiegare perché, invece di vivere nell'eremo accanto agli altri confratelli, egli si appartasse nella sperduta capannuccia appenninica.
Tutto sembra dunque vago, se non addirittura oscuro, sul conto del Sant'Alberico oggi ricordato. Ma è un'oscurità che non delude, né rattrista. In mezzo a questa, il certo ricordo del devoto eremita è come un punto luminoso; piccolissimo, se si vuole, ma non meno intenso. In una cappellina solitaria, presso una fonte benefica, sulle creste dell'Appennino impervie a tutto, ma non alla santità.
E basta quel punto ad orientare le anime dei devoti, verso un destino di luce