Apollinare vescovo - Immaginette Sacre

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Apollinare vescovo

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
RavennaRavenna20 Luglio / 23 Luglio
Α

Ω
Antiochia I° secoloB A C KRavenna II° secolo
Martirologio Romano
A Gerapoli in Frigia, nell’odierna Turchia, sant’Apollinare, vescovo, che rifulse sotto l’imperatore Marco Aurelio per dottrina e santità.
Il nome, il culto e la gloria di Sant'Apollinare sono legati soprattutto alla storia, e anche all'arte, di Ravenna, della città, cioè, che fu, dopo Roma, la capitale dell'Impero romano d'Occidente, poi la capitale dei nuovi Regni romano-barbarici, come quello di Teodorico, e finalmente la testa di ponte dell'Impero di Costantinopoli, centro dell'Esarcato bizantino. A Ravenna, sono dedicate a Sant'Apollinare due grandi chiese, ambedue celebri nella storia dell'arte quanto in quella della devozione. In Sant'Apollinare Nuovo, nel centro della città, si trovano i celebri mosaici raffiguranti, lungo tutta la navata, i cortei dei Martiri e delle Vergini, mentre a Sant'Apollinare in Classe, fuori della città, si ammira lo splendido mosaico del catino dell'abside, nel quale per la prima volta, la figura di un Santo, e non quella dei Cristo, occupa il centro della composizione, circondato da due file di candide pecorelle.

Sant'Apollinare, primo Vescovo di Ravenna fu un po' l'equivalente di San Pietro a Roma quasi il suo rivale, in un certo senso e in un certo tempo, quando cioè, Ravenna, politicamente, era più importante della stessa Roma. Anch'egli, secondo la leggenda, sarebbe giunto dall'Oriente, al seguito di San Pietro, di cui sarebbe stato discepolo, da lui inviato a convertire i pagani nelle terre dell'Emilia e della Romagna.

Nella sua opera di evangelizzazione, Santo Apollinare incontrò terribili difficoltà nell'odio, nell'egoismo, nell'incredulità che lo circondarono. Contro queste difficoltà si logorò la vita del Santo Vescovo, che nel mosaico di Classe è rappresentato in atteggiamento estatico e sereno, ma che in realtà fu uomo di dura e combattuta vita. E’ stato infatti considerato sempre come Martire, benché la sua morte non sia stata violenta. Martire di un supplizio lunghissimo, durante tutto il suo episcopato.

Soltanto dopo la morte si rivelarono, nella dolce terra ravennate, i frutti della sua predicazione e del suo esempio. La civiltà della nuova capitale dell'Impero fu eminentemente e altamente cristiana, e le sue radici affondarono tenacemente nel ricordo e nel culto di quel primo Vescovo.

Si spiega così la devozione verso Sant'Apollinare, non soltanto a Ravenna, dove sono ancora a lui dedicate le due bellissime chiese, ma in molte altre località anche al di là delle Alpi, in Francia e in Germania, soprattutto nella regione dell'Alsazia.

A Ravenna intanto, neanche le reliquie del Santo ebbero pacifico riposo nella Basilica di Classe. Per timore delle incursioni saracene, vennero portate in città, nell'altra chiesa a lui dedicata; poi riportate a Classe, dopo molte discussioni e addirittura tra accese gelosie. Più tardi, trafugate dai monaci camaldolesi, furono nascoste per breve tempo nella chiesa di San Romualdo.

Queste vicissitudini, in mezzo a tante passioni e addirittura gelosie, confermano però l'affetto che, da sempre, sulla dolce terra ravennate, ha circondato la memoria di Sant'Apollinare, primo Vescovo della città e martire non di morte cruenta ma di tormentata vita.
 
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