Bonaventura da Bagnoregio - Immaginette Sacre

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Bonaventura da Bagnoregio

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
Bagnoregio
Viterbo15 Luglio
Α

Ω
Civita di Bagnoregio 1217 o 1218 ca.B A C KLione 15 luglio 1274
Canonizzato il 3 giugno 1273 da Gregorio X
Martirologio Romano
Memoria della deposizione di san Bonaventura, vescovo di Albano e dottore della Chiesa, che rifulse per dottrina, santità di vita e insigni opere al servizio della Chiesa. Resse con saggezza nello spirito di san Francesco l’Ordine dei Minori, di cui fu ministro generale. Nei suoi molti scritti unì una somma erudizione a una ardente pietà. Mentre si adoperava egregiamente per il II Concilio Ecumenico di Lione, meritò di giungere alla visione beata di Dio.

Passati i vent'anni, e con il titolo di Maestro, entrò nell'Ordine francescano, attratto, lui uomo di cultura, dalla semplicità e dalla freschezza dei seguaci dell'Assisiate. Fu il frate più colto di tutto l'Ordine, ma fu anche il frate più umile; il più ricco di dottrina, ma anche il più pronto all'obbedienza, maestro di scienza e insieme maestro di vita.

A lui, nel 1260, nel Capitolo tenuto a Narbona, l'Ordine francescano affidò il compito di scrivere la vita ufficiale del Santo di Assisi, la cosiddetta Legenda maior, che venne poi illustrata da Giotto sulle pareti della chiesa superiore di San Francesco, ad Assisi.

Bonaventura non aveva potuto conoscere Francesco, ma ne continuò lo spirito anche nel clima dei nuovi tempi e nelle necessità dei nuovi eventi. Infatti, dopo l'epopea dei primi compagni del Poverello, la nuova generazione aveva avvertito il bisogno di penetrare non solo negli ambienti più umili, tra il popolo minuto, ma anche negli ambienti intellettuali, e persino nelle Università, dove si formavano i giovani studiosi.

Ma c'era un pericolo. Si temeva che, entrando in quegli ambienti, i Francescani perdessero la loro incantevole semplicità e la loro meravigliosa umiltà.

San Bonaventura costituiva la più bella smentita che si potesse dare ai timorosi della cultura, creduta seduttrice e corruttrice.
Nato a Bagnorea, l'attuale Bagnoregio, presso Viterbo nel 1221, il figlio della famiglia Fidanza dette prova fin da giovanissimo di una non comune prontezza d'ingegno, e completò i propri studi a Parigi, cioè nella capitale intellettuale dell'Europa del Medioevo.
Si racconta che un giorno egli fosse andato a visitare a Monteripido, presso Perugia, uno dei più semplici e rozzi compagni di San Francesco: Frate Egidio, un ex contadino della vecchia guardia, e quindi preoccupato del nuovo indirizzo culturale dell'Ordine.

Quando lo vide, il vecchio e arguto compagno di San Francesco, disse al maestro Bonaventura, con intenzione quasi polemica: « Maestro, a voi Dio ha fatto grandi doni d'intelligenza, ma noi d'ingegno grosso e senza studi, che non abbiamo alcuna scienza, come faremo a salvarci? ».

Fra Bonaventura rispose prontamente: « Se Dio dà all'uomo soltanto la Grazia di poterlo amare, questo basta ». Era la risposta che Frate Egidio attendeva, ma volle approfondire anche di più chiedendo: « Può dunque un ignorante amare Dio come un dotto? ». E Bonaventura: « Una vecchierella può amarlo anche di più di un maestro di teologia ».

Egidio, lieto di trovare nella dottrina di Bonaventura lo spirito di San Francesco, corse in fondo all'orto, gridando, rivolto a una immaginaria persona: « Vecchierella, poverella, semplice e ignorante, ama il Signore e potrai diventare più grande di frate Bonaventura, maestro di teologia ».

L'amore, anzi la carità, era alla base della dottrina bonaventuriana. Egli, trovandosi alla Verna, scrisse un libro intitolato Itinerario della mente in Dio. In quel libro egli sosteneva che l'intelligenza doveva essere come le ali del Serafino che, proprio alla Verna, era apparso a San Francesco. Ali risplendenti ed affocate; ali risplendenti perché affocate.

E fuoco di carità doveva essere l'intelligenza del cristiano, non per valer di più, ma per capire e amare di più quelle verità che la mente affocata scopre salendo verso l'eterna verità che è Dio, infinito amore e assoluta carità.
 
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