Camillo de Lellis - Immaginette Sacre

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Camillo de Lellis

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
RomaRoma14 Luglio
Α
Altre immagini del SantoΩ
Bucchianico 25 maggio 1550B A C KRoma 14 luglio 1614
Canonizzato il 29 giugno 1746, da Benedetto XIV
Reliquie del Santo - Roma - Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio
Il 14 luglio è una data importante non soltanto nella liturgia (anniversario della morte del Santo), ma anche nella storia dell'umanità, perché Camillo de' Lellis fu l'eroe della carità più delicata e necessaria, quella verso gli infermi: l'araldo della rossa croce di chi si consacra ad alleviare l'altrui dolore, il patrono e modello degli infermieri.

Aveva voluto intraprendere, da giovane, la carriera delle armi, seguendo le orme del padre, capitano al soldo delle varie potenze del tempo, che nel '500 arruolavano in Italia le loro truppe mercenarie.

Dalla nativa Bucchianico, in Abruzzo, il giovane seguì il padre in viaggio verso Venezia, dove intendeva mettere la propria spada al servizio della Serenissima. Ma giunto a Loreto, il capitano De' Lellis morì, e Camillo rimase solo, con la spada ereditata dal padre e una vescichetta che nel camminare gli era venuta a un piede, aprendogli una piccola piaga.

Per quella piaga, entrò più tardi nell'Ospedale di San Giacomo, a Roma; ma poiché non era un malato grave, doveva fare l'infermiere, per guadagnarsi il diritto d'essere curato.

Fu così che il soldato di ventura imparò a fare l'infermiere, ma era un pessimo infermiere, svogliato, distratto, scansafatiche, venale, come dei resto era un soldato poco esemplare, sfaticato, giocatore e accattabrighe.

In un momento di « disoccupazione » fu costretto a servire nel convento dei Cappuccini, a Manfredonia, e un giorno, sulla strada fra Manfredonia e San Giovanni Rotondo, venne anch'egli, come San Paolo, folgorato dalla Grazia.

Avrebbe voluto entrare nel giovane Ordine dei Cappuccini, ma la piaga del piede si riaprì e venne di nuovo accolto nell'Ospedale di San Giacomo, a Roma, questa volta con ben diverso animo e mutate inclinazioni.

Ora il soldato convertito vede in ogni povero inalato l'immagine di Gesù sofferente, e più il malato è ributtante, urtante, ingrato, più Camillo è assiduo al suo letto, paziente, obbediente, sottoposto. Dice: « Non chiedetemi per favore: comandatemi, perché voi siete i miei padroni ».

Gli altri infermieri s'approfittano di lui. Quando s'imbattono in un malato nauseabondo e tormentoso, dicono tra di loro. « Questo è un tordo per Camillo ». E Camillo, accorre, zoppicando, ma instancabile; con la testa pesante dal sonno, ma sollecito. Passa da una corsia all'altra, rispondendo a tutti coloro che lo invocano. E tutti vogliono lui, tutti chiedono lui, non solo i malati, ma anche i personaggi di Roma, ai quali è giunta la fama di quel prodigioso infermiere.

Ma Camillo preferisce sempre i poveri ai ricchi, gli ammalati ai sani. « Ditegli che abbia pazienza ‑ fa rispondere a chi lo cerca ‑. Sono occupato con nostro Signor Gesù Cristo ». E Gesù Cristo è nel malato più grave o più triste, nel moribondo o nel delirante.

Durante il Giubileo del 1575, gli ospedali si riempirono di pellegrini ammalati. Camillo, presi gli Ordini religiosi, concepisce allora un nuovo Ordine interamente dedicato alla cura dei sofferenti e istituisce i « Ministri degl'Infermi ». Ministro vuol dir servo, e servi degli infermi furono i seguaci di San Camillo.

Loro distintivo: una croce rossa sulla nera veste talare. Una croce rossa di sangue: il sangue di Gesù; rossa di fuoco: il fuoco della carità. Quella croce rossa che ancora è il simbolo della più cristiana delle Crociate; cioè la crociata contro il male fisico e morale. Il 26 giugno 1596, il Papa Sisto V benediceva questa Crociata, e Camillo de' Lellis, finalmente Capitano, attraversava Piazza San Pietro alla testa del primo drappello segnato dalla rossa Croce.
 
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