Caterina di Alessandria vergine e martire - Immaginette Sacre

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Caterina di Alessandria vergine e martire

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25 Novembre
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La Santa Caterina più nota della storia e della letteratura è quella di Siena; la Santa Caterina più nota nella storia della spiritualità è quella di Genova; la Santa Caterina più nota nella devozione è quella di oggi e d'Alessandria d'Egitto, la cui storia è involta nella leggenda.

Nei riguardi di Santa Caterina d'Alessandria la fantasia sembra che abbia passato addirittura i limiti, non per inganno o falsificazione, ma allo scopo di dare ai devoti un testo edificante, che colpisca fortemente l'immaginazione.
E infatti la cosiddetta Passione di Santa Caterina Martire ha i caratteri e le seduzioni di una bella, per quanto ingenua novella.
La scena è in Alessandria d'Egitto, dove l'Imperatore Massenzio, di passaggio, celebra uno splendido sacrificio agli Dei, facendo uccidere ben 130 tori. Egli ordina che, dietro al suo esempio, tutti sacrifichino agli idoli: i ricchi un toro, i poveri un uccello.
Ed ecco avanzarsi una bellissima principessa, Caterina, dinanzi alla quale tutti rimangono abbagliati. Il suo viso risplende come il sole; la sua figura è più pura d'un giglio. Lo stesso Imperatore rimane colpito d'ammirazione.
Caterina lo rimprovera, dicendogli che egli adora dei falsi e che è disposta a sostenere la sua opinione dinanzi a qualsiasi sapiente. L'Imperatore allora fa chiamare 50 filosofi, i quali però sono confusi e ridotti al silenzio dalla portentosa fanciulla.
Iratissimo, Massenzio li manda a morte, ma Caterina parla loro della vita eterna, e li converte tutti nel momento dell'esecuzione.
L'Imperatore, preso dalla bellezza e dall'intelligenza di quella principessa, le offre la corona imperiale, nonostante che la moglie sia con lui.
« Cane impudente, gli dice la fanciulla, non ti ho già detto di non voler sposare che il mio Dio? ».
Innamorato respinto e imperatore offeso, Massenzio la fa chiudere in una prigione e la condanna a morire di fame. Ma Caterina è nutrita da un colombo.
L'Imperatore la richiama al Palazzo e, folle d'amore, le rinnova le sue proposte. Viene ancora respinto.
Furente, accetta il consiglio del prefetto Cusarsate, di farla stritolare dentro una terribile macchina, con ruote piene di punte. Ma i chiodi si spuntano contro la delicata carne della principessa, mentre il popolo grida: « Il Dio dei cristiani è vero».
Sempre più accanito contro di lei, l'Imperatore la fa portare fuori della città e Caterina, accompagnata quasi in trionfo da tutto il popolo, recita una bellissima preghiera, in favore di tutti, uomini e donne; ricchi e poveri; sani e malati; animali e frutti, mentre le viene mozzata la bella testa, luminosa più del sole e più pulita della luna.
Ed ecco gli Angioli, che scendono a prendere il suo corpo purissimo, per trasportarlo sul Monte Sinai, dove poi sorse un convento a lei dedicato, dopo che la pia ed entusiasmante novella ebbe corso il mondo, tradotta in quasi tutte le lingue.
Un vero successo letterario, che rese popolarissima, nel Medioevo, la figura di questa principessa, simbolo di pura gioventù, di chiara bellezza, d'intemerata grazia: una figura che ricevette specialmente l'omaggio dell'arte, nelle rappresentazioni numerosissime d'una fanciulla regale, coronata di rose, con la palma in mano ed al fianco la ruota rotta, con le punte spezzate.
Un'immagine di ammirevole bellezza, come nella novella edificante era stata un'immagine di splendida grazia.
 
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