Cirino martire - Immaginette Sacre

Vai ai contenuti

Menu principale:

Cirino martire

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta


10 Maggio
Α

Ω
Vaste in Puglia, nella prima metà del III secolo
B A C KLentini 10 Maggio 253
Martirologio Romano
A Lentini in Sicilia, santi Alfio, Filadelfio e Cirinio, martiri.
I santi martiri, patroni della città di Lentini nacquero nella città di Vaste in Puglia, nella prima metà del III secolo.
La madre Benedetta, già dalla tenera età, li indirizzò alla fede cristiana ed ebbero inoltre come educatore un uomo dotto anch’esso di fede cristiana di nome Onesimo.
Nella primavera del 251 scoppiò la persecuzione contro i cristiani e la casa di Alfio Cirino Filadelfo.
e Cirino fu subito denunciata: vi entrarono i soldati e arrestarono il maestro Onesimo e tutti i suoi discepoli.Furono portati, tirati per i capelli, davanti al preside Nigellione e alla domanda -quale fede professassero- risposero di essere Cristiani e di aborrire le divinità pagane.
Il tiranno, sdegnato, ordinò di rompere le mascelle ad Onesimo e di appendere i tre giovani per i capelli per un giorno intero e di rinchiuderli poi in un’oscura prigione.
A nulla valsero queste torture a piegare la fede in Dio dei prigionieri i quali furono mandati in catene a Roma.
Qui furono rinchiusi nel carcere Mamertino, dove si dice, fossero stati rinchiusi anche gli apostoli Pietro e Paolo, per sette lunghi giorni con pesanti catene che impedivano loro di muoversi.
Durante la prima notte apparvero loro gli apostoli Pietro e Paolo che li prepararono alle torture che li attendevano.
Poi furono condotti davanti al prefetto di Roma Licinio al quale risposero sempre di essere Cristiani e di seguire la fede di Dio. Furono fatti flagellare ma non morirono e allora Licinio mandò quattordici discepoli con a capo Onesimo a Pozzuoli a Diomede con l’ordine di farli morire tra vari tormenti e i tre fratelli a Tertullo, preside di Sicilia con l’ordine di persuaderli o ucciderli.
Dopo cinque giorni di viaggio arrivarono a Pozzuoli dove furono presentati a Diomede, il quale, vista la tenacia del gruppo, ordinò che Onesimo fosse schiacciato da un immenso sasso e fece uccidere tutti gli altri. I tre fratelli furono risparmiati dalla morte ma furono torturati.
Dopo otto giorni furono affidati a cinquanta soldati con a capo Silvano e spediti in catene verso la Sicilia.
Il 25 Agosto del 252 sbarcarono a Messina e dopo furono portati scalzi e incatenati a Taormina dove si trovava Tertullo.
Inizialmente Tertullo si mostrò gentile e premuroso, fece togliere loro le catene e poi   chiese loro chi fossero e quale religione professassero. I tre fratelli risposero: ”Alfio Filadelfo e Cirino noi ci chiamiamo e adoriamo il Dio dei cristiani”.
A questa risposta Tertullo, furibondo ordinò che gli venissero rasi i capelli, legati per le spalle ad una grossa trave e versare sui loro capi pece bollente, poi li affidò a quaranta soldati per mandarli a Lentini.
E così con i volti deturpati sotto il sole cocente venivano spinti dai soldati a cavallo verso Lentini.Il 28 agosto del 252 arrivarono sulle alture di Mascali e nei pressi di un abitato, oggi chiamato S.Alfio, Filadelfo svenne e stava per morire. I fratelli si misero a pregare e allora avvenne un miracolo: i tre fratelli a ridosso di una roccia videro apparire un vecchio, che si dice fosse l’apostolo Andrea, che li liberò dalle travi li guarì dalle bruciature.
E così, tra la meraviglia dei soldati, ripresero il viaggio seguendo la via della montagna poiché la strada del mare era stata interrotta da una colata lavica dell’Etna. Passarono per Trecastagni dove si fermarono e riposarono e per questo motivo in questo paese fu eretto un Santuario in onore dei Santi martiri che sono i santi patroni anche di questo paese.
Proseguito il viaggio giunsero a Catania dove passarono la notte nella prigione che è dentro la chiesa dei Minoritelli. Sul far del giorno ripresero il cammino verso Lentini e giunsero al Simeto.Qui trovarono il fiume ingrossato e allora i tre fratelli furono costretti a passarlo per primi ma per miracolo il fiume si abbassò ed essi poterono facilmente raggiungere la riva.mentre i soldati rimasero sull’altra sponda perché il fiume si rialzò di nuovo.Dovettero aspettare quattro giorni prima che potessero passare.
Così finalmente giunsero alla contrada Palmiere all’entrata nord di Lentini.
Qui videro un giovane impossessato dal demonio che lo muoveva a suo piacimento e lo trafiggeva con feroci dolori.La fama del prodigio del Simeto aveva preceduto l’arrivo dei tre fratelli che furono pregati dalla madre dell’indemoniato affinché aiutasse il proprio figlio a liberarsi del demonio.
I tre giovani allora ruppero le catene cominciarono a pregare Dio.Allora il demonio uscì dal corpo del poveretto e immensa fu la gioia della madre e di tutti i presenti per i miracolo avvenuto: si professarono tutti cristiani compresi i soldati.
Ripresero, i tre  fratelli,  il cammino con i soldati convertiti verso il foro della città.
Viveva allora a Leontini una nobilissima matrona educata alla fede cristiana di nome Tecla che si trovava a letto per una misteriosa malattia.Quando seppe della venuta dei tre fratelli,li fece venire nella sua casa e ottenne la salute per l’intercessione dei fratelli.
Alla sede pretoriale,Alessandro, ministro di Tertullo ordinò di custodire i tre fratelli nel carcere,oggi chiamata Grotta dei Santi.
Nel dicembre del 252 Tertullo tornò a Lentini e si meravigliò molto di trovare i tre fratelli ancora vivi,tentò ancora di persuaderli ma, visto che la loro fede non cedeva, ordinò di fare loro le torture più atroci, però ogni volta ritrovava i fratelli miracolati e in buona salute anche per l’aiuto di Tecla che nottetempo prodigava loro cure e conforto.
Tertullo furibondo,ordinò che fossero rinchiusi in una stanza e lascIati morire di fame.
Dopo tre giorni i tre fratelli erano stremati, ma quando si assopirono ebbero in sogno l’appparizione di S.Andrea che li rifocillò e li guarì.
Saputo ciò da una guardia,Tertullo invaso da autentico furoNo li fece spogliare e legati mani e piedi li fece trascinare per le vie della città giro santo.
Alla fine visto che la loro fede non barcollava anzi si rafforzava di tortura in tortura decise di ucciderli.
All’alba del 10 maggio del 253 il tiranno fece portare al tribunale i tre fratelli e tentò per l’ultima volta di persuaderli :a nulla valsero le minacce e i tormenti,i tre fratelli erano anzi felici di morire,
ordinò allora che ad Alfio fosse strappata la lingua,Filadelfo fosse stato arroventato su un graticola e Cirino fosse buttato in una caldaia bollente di pece.

Fonte: http://www.webalice.it
 
Copyright 2017. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu