Cunegonda imperatrice - Immaginette Sacre

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Cunegonda imperatrice

Immagini di Sante
LocalitàProvinciaFesta


3 Marzo
Α

Ω
978
B A C K1040
Ecco oggi una Imperatrice davvero impeccabile, e per di più sposa di un Imperatore esemplare. Una coppia regnante che, oltre ad un preciso posto nella storia, ha anche un trono nella gloria dei Santi.

Da Sigfrido, conte di Lussemburgo, e da Edvige d'Allemagna nacque, verso il 978, una figlia che venne chiamata Cunegonda. Il nome, dal suono insolito e imponente, celava in realtà un virgulto tenerissimo di virtù e di pudore. Giunta in età da marito, ebbe la fortuna, o la grazia, di essere tolta in matrimonio dal giovane Enrico di Baviera. Alla morte di Ottone III, quest'ultimo era stato eletto a Magonza Imperatore di Germania. A Pavia fu poi incoronato Re d'Italia; finalmente, a Roma, consacrato Imperatore del Sacro Romano Impero dalle mani di Papa Benedetto VIII, nel 1014.

Si crederà che la fortuna di Cunegonda sia stata quella di unirsi ad un uomo destinato a tanto avvenire. Invece, fu quella di trovare nello sposo un'anima davvero gemella nella virtù: un altro Santo, di puri sentimenti e di devoti affetti, e che sarà canonizzato e venerato col nome di Sant'Enrico.

Si immaginano le infinite possibilità di bene di un Imperatore santo, assistito da una sposa accesa di carità. E infatti il regno d Enrico III fu una fioritura di opere buone, un periodo di concordia e di giustizia. Delicatissimi furono poi i rapporti intimi tra i due sposi. Tutti e due avevano fatto, in gioventù, voto di castità, e vollero mantenerlo, di comune accordo, anche nel matrimonio. La loro fu così una unione di spiriti, che nella completa continenza si arricchì di grazie e di perfezioni.

La perfetta felicità non è però di questo mondo, e anche la virtù di Santa Cunegonda ebbe la sua prova. Fu sparsa infatti la calunnia che l'Imperatrice fosse adultera con un cortigiano. E poiché il male è sempre più creduto del bene, le striscianti insinuazioni fecero dubitare della fedeltà della consorte persino il devoto Imperatore.

Santa Cunegonda dovette sottomettersi allora alla prova del fuoco, spesso usata in quei tempi per accertare, con l'aiuto di Dio, la colpa o l'innocenza. A piedi scalzi, l'Imperatrice, camminò incolume sui ferri aguzzi e infuocati, e al prodigio Enrico chiese pubblicamente perdono dei suoi sospetti, mentre il popolo piangeva di commozione alla ritrovata felicità della coppia regale. Dopo la morte dell'Imperatore, avvenuta nel 1024, la vedova si recò con gran pompa, un giorno, ad assistere alla Messa nel monastero femminile di Kaffungen, da lei fondato. Al Vangelo, ella depose la corona d'Imperatrice e le insegne del potere; si spogliò dei paramenti, licenziò il seguito. Le furono recisi i capelli e scomparve per sempre tra le monache benedettine del monastero. Fu la più umile delle umili suore di Kaffungen. Solo quando mori, nel 1040, ricevette onori degni di una Imperatrice e di una Santa, e venne deposta accanto allo sposo, nel sepolcro reale del Duomo di Bamberga. La loro unione perfetta, iniziata in terra e suggellata col fuoco, continuava in cielo.
 
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