Domenico di Guzman - Immaginette Sacre

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Domenico di Guzman

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta


8 Agosto
Α
Altre immagini del SantoΩ
Caleruega (Spagna) 1170
B A C KBologna 6 agosto 1221
Canonizzato il 13 Luglio 1234, da Gregorio IX
Reliquie del Santo - Roma - Chiesa dei SS Andrea e Gregorio al Celio
Martirologio Romano
Memoria di San Domenico, sacerdote, che, canonico di Osma, umile ministro della predicazione nelle regioni sconvolte dall’eresia albigese, visse per sua scelta nella più misera povertà, parlando continuamente con Dio o di Dio. Desideroso di trovare un nuovo modo di propagare la fede, fondò l’Ordine dei Predicatori, al fine di ripristinare nella Chiesa la forma di vita degli Apostoli, e raccomandò ai suoi confratelli di servire il prossimo con la preghiera, lo studio e il ministero della parola. La sua morte avvenne a Bologna il 6 agosto.
(6 agosto: A Bologna, anniversario della morte di san Domenico, sacerdote, la cui memoria si celebra tra due giorni).
Non è facile tracciare il profilo spirituale di questo grande personaggio, che l'iconografia rappresenta con una stella sulla fronte, simbolo della luce che illuminò le menti oscurate dall'errore.

Dante dice che San Domenico « negli sterpi eretici percosse ». Erano sterpi di una dottrina pericolosissima, che aveva ferito più di un'anima: quella dei Catari, cioè dei « puri », che, resuscitando l'antica teoria dei Manichei ' credevano il mondo retto da due principi opposti, quello del bene e quello del male: bene l'anima, male il corpo; bene lo spirito ' male la materia. Condannavano perciò come contaminata dal peccato la famiglia, la società, e persino la stessa Chiesa visibile.

Domenico aveva passato serenamente e santamente il primo periodo della sua vita, come canonico di Osma, in Spagna, quando un viaggio attraverso la Provenza gli fece conoscere quanto fosse diffusa nel paese della Linguadoca l'eresia càtara. La politica dei castellani, ostili al Re di Francia, favoriva la propaganda eretica e la ribellione, non solo a Parigi, ma anche a Roma.

A Tolosa, il canonico Domenico di Guzman (questo era il nome della sua famiglia) ebbe a discutere per una notte intera col suo ospite, che era un convinto càtaro e che soltanto all'alba s'aprì alla luce della verità cattolica. Domenico capì allora quanto fosse difficile convincere di errore chi, in buona fede, credeva di essere nella verità; e quanta preparazione e delicatezza occorressero per poter sostenere una controversia.

Un peccatore è presto convinto del suo errore, anche se poi non riesce a liberarsi dal vizio; ma un eretico in buona fede difficilmente rinnega una dottrina che ha sobillato l'orgoglio, che è un vizio con tutta la parvenza della virtù.

Per questo, il canonico Domenico di Guzman pensò alla fondazione di un Ordine di Frati poveri, che non potessero suscitare negli eretici il sospetto di un interesse materiale; studiosi, che affinassero gli argomenti intellettuali; caritatevoli, che pur combattendo l'errore fossero benevoli verso gli erranti. Dette ai suoi frati il nome di Predicatori, ma, seguendo l'esempio del loro fondatore essi dovevano predicare con la parola, poi anche con le opere. E san Domenico fu uomo di intensa preghiera; assiduo nello studio, instancabile nella predicazione, paziente nelle controversie, coraggioso nella ricerca e nel richiamo degli erranti, che tentarono anche di ucciderlo. Camminava a piedi nudi, dormiva per terra, digiunava, si flagellava, convinto che i suoi sacrifici contribuivano alla salvezza delle anime che voleva togliere dall'errore.

Di lui c'è rimasto un ritratto, dovuto alla penna d'una monaca domenicana, Suor Cecilia, che scrisse: « Ecco il ritratto del beato Domenico: statura media, corpo esile, viso bello e leggermente colorato, capelli e barba leggermente rossi, begli occhi luminosi. Dalla sua fronte e dai suoi cigli raggiava una luce che attirava la riverenza e l'affetto di tutti. Egli era sempre lieto e sorridente, a meno che non fosse commosso per qualche afflizione del suo prossimo. Aveva le mani lunghe e belle, una forte voce, chiara e sonora. Non fu mai calvo, e la sua corona di capelli era completa, con qualche raro filo bianco ».

« Uno scolaro, ‑ è scritto nel Libro d'Oro dell'Ordine ‑ udendo predicare il beato Padre San Domenico ottimamente, gli domandò in che libri studiava, massimamente perché vedeva che le divine Scritture secondo il suo beneplacito esponeva. Rispose l'uomo santo: ‑ Figliolo, nel libro della carità più che in nessun altro libro ho studiato: questo libro insegna ogni cosa ».

Non aveva che cinquantun anni, quando, consumato dalle fatiche fisiche, dalla applicazione intellettuale e dal logorio mentale, morì a Bologna, nel 1221, e fu come si spegnesse una stella tra gli uomini, per riaccendersi, anche più luminosa, tra i Santi.
 
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