Eligio vescovo - Immaginette Sacre

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Eligio vescovo

Immagini di Santi
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1° Dicembre
Α
Altre immagini del SantoΩ
Chaptelat 588 ca.B A C KNoyon 1 Dicembre 660
Martirologio Romano
A Noyon in Neustria, ora in Francia, sant’Eligio, vescovo, che, orefice e consigliere del re Dagoberto, dopo aver contribuito alla fondazione di molti monasteri e costruito edifici sepolcrali di insigne arte e bellezza in onore dei santi, fu elevato alla sede di Noyon e Tournai, dove attese con zelo al lavoro apostolico.
Sant’Eligio, patrono dei maniscalchi.

La ragione di questo attributo va ricercata in una leggenda piacevolissima, ma certamente fantastica, secondo la quale Eligio si sarebbe vantato di essere il primo maniscalco della Francia. Con tre colpi metteva a posto un ferro di cavallo.

Ed ecco un giorno presentarsi alla sua bottega un giovane forestiero. Anche con lui Eligio si sarebbe vantato di non avere uguali nel suo mestiere. Ecco qua: tre colpi di martello e il ferro è già al suo posto.

Ma il giovane sorride: egli conosce un sistema molto più comodo e sicuro. Avvicinatosi a un cavallo, gli taglia la gamba appena al disopra del nodello. Fissa la gamba alla morsa, e con un solo colpo manda il ferro al suo posto. Poi, con un segno di croce, riattacca la gamba al cavallo.

Allora Eligio, umilissimo, cade in ginocchio davanti al giovane, dicendo: « Maestro, perdona la mia presunzione ». In realtà Sant'Eligio non fu maniscalco: fu, sicuramente, orefice. E come orefice ha un posto nella storia, anche civile, dei suo tempo. A lui Clotario II, nel VII secolo, avrebbe ordinato un trono d'oro, affidandogli la preziosa materia prima. Eligio lavorò con tanta precisione e parsimonia da fare, con quell'oro, non uno, ma due troni. Presentò il primo, e quando il Re s'apprestava a ricompensarlo, presentò anche il secondo, fatto con l'oro avanzato.

« Non ho mai trovato un artigiano così onesto! » avrebbe esclamato Clotario. Anche questo, naturalmente, è un racconto leggendario, ma per fortuna le leggende fiorite intorno alla figura di Sant'Eligio non hanno ricoperto la mancanza di documenti storici e di fatti accertati.

Esistono ancora alcune monete segnate con il suo nome, Elicius, perché il Re volle che lo onesto artigiano soprintendesse alla zecca di Parigi, e lo tenne come suo consigliere. Ma oltre a quello del conio, Eligio si sarebbe dato ad altri lavori di oreficeria, specialmente per i reliquiari dei Santi.

Il lavoro non lo distraeva però da un altro compito: quello di cesellare la propria anima, tanto che alla morte del Re lasciò la Corte per entrare nel clero. E come era stato esemplare tra gli artigiani ed esemplare tra i consiglieri del Re, fu d'esempio tra i sacerdoti, tanto che nel 641 venne consacrato Vescovo nella cattedrale di Rouen,

L'azione episcopale di Sant'Eligio fu varia, ed ebbe importanti conseguenze anche nella vita civile della Francia. Questo Santo, la cui figura ha ispirato tanti leggendari narratori, è delineato in modo fermo e preciso nella storia del suo paese e del suo tempo. C'è restata perfino la sua firma autografa, in un bellissimo carattere, da perfetto disegnatore.

Da buon artigiano, Eligio avvertì l'avvicinarsi dell'ora in cui doveva riportare a Dio il proprio lavoro. Morì serenamente, il primo dicembre del 660, a Noyon. Una folla sterminata seguì il feretro dell'antico artigiano, orefice e monetario, consigliere dei Re e Vescovo, che aveva fatto della propria vita un gioiello di preziosa materia e di finissima grazia.
 
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