Elisabetta Regina d'Ungheria - Immaginette Sacre

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Elisabetta Regina d'Ungheria

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17 Novembre
Α

Ω

B A C K1231
La prima cosa che colpisce, parlando di Santa Elisabetta d'Ungheria, è la tenerezza degli affetti umani, di donna e di sposa. Fidanzata a soli quattro anni, la figlia di Andrea II d'Ungheria, aveva sposato a quattordici anni Luigi dei Duchi di Turingia, che ne aveva venti. Ed era stato un matrimonio felice.« Se io amo tanto una creatura mortale - diceva Elisabetta alla fedele serva Isentrude - quanto dovrei amare di più il Signore, immortale e padrone di tutti! ».

Anche Isentrude insiste sul reciproco affetto dei due sposi, quasi per ribadire che la pietà divina non opprime né sopprime l'affetto umano. « Si amavano di un amore meraviglioso ‑ella scrive ‑ e s'incoraggiavano dolcemente, l'uno con l'altra, nel lodare e servire Dio ». Elisabetta amava teneramente Luigi, e Luigi amava lei, per la sua bellezza, la sua gentilezza e la sua grazia. Eppure non si rendeva seducente con mondani accorgimenti: anzi, tra le gentildonne della Turingia, ornate e superbe, la Duchessa era quasi disprezzata per la sua semplicità nel vestire e per la sua modestia nel vivere.

Nel castello di Wartburg, non si distingueva quasi tra le serve, sempre in faccende, quasi mai in divertimenti. D'altra parte, la giovanissima Duchessa avrebbe avuto poco tempo per le distrazioni mondane; a quindici anni aveva avuto il suo primo figlio; a diciassette una figlia, a venti un'altra figlia, ed era già vedova da venti giorni!

Il dolce e affettuoso connubio era durato poco, non offuscato da incomprensioni, benché qualche volta il marito trovasse eccessiva la devozione della moglie, come quando si faceva svegliare di notte, all'insaputa del marito, per pregare inginocchiata al letto coniugale.

« Anche quando il marito viveva ‑ dichiarò poi Isentrude ‑ ella era come una religiosa: umile e caritatevole, tutta dedita alla preghiera. Compiva tutte le opere di carità nella più grande gioia dell'anima e senza mai mutar di volto ». Ma nell'estate del 1227 Luigi parte per la Crociata, mentre Elisabetta aspetta il terzo figlio. Dopo tre mesi, un messaggero porta la notizia che il Duca è morto in Italia. « Morto! ‑ grida Elisabetta. ‑ E con lui è morto ogni mio ben nel mondo ».

Appena vedova, si scatenano contro Elisabetta le cupidigie dei cognati, che forse non l'avevano mai sopportata. Viene scacciata dal castello di Wartburg; le sono tolti i figli, per i quali rinunzia all'eredità.

Ridotta in povertà, si veste di bigio, come le Terziarie francescane, e si dedica tutta alle opere di misericordia. Nello spirito e dietro l'esempio di San Francesco, morto soltanto da un anno, ella soccorre gli ammalati e cura i lebbrosi, mettendosi sotto la direzione spirituale di un religioso terribilmente esigente, che le infligge la flagellazione per ogni piccola ammenda.

Per quattro anni fa vita di estrema penitenza e di intensa carità, non mangiando, non dormendo, dando tutto ai poveri, accorrendo al letto degli ammalati. E tutto questo, dai venti ai ventiquattro anni, età della sua morte, nel novembre dei 1231.
 
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