Eufemia martire - Immaginette Sacre

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Eufemia martire

Immagini di Sante
LocalitàProvinciaFesta
TricaseLecce16 Settembre
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Reliquie della Santa - Roma - Chiesa dei SS. Luca e Martina
Eufemia è nome greco che significa « colei che parla bene », « donna della bella parola ». La storia non ci ha tramandato le parole di Sant'Eufemia ‑ come ci ha tramandato invece quelle di molti altri Martiri, registrate negli Atti degli interrogatori ‑ ma la sua testimonianza di fede ci parla con voce altrettanto eloquente, e giustifica la sua vasta e affettuosa devozione. Ella era una fanciulla cristiana di Calcedonia, in Bitinia, e subì il martirio durante la persecuzione di Diocleziano, all'inizio cioè del IV secolo. Le notizie sulla sua Passione non sono molte, ma si sa per certo, per esempio, che la fanciulla dalla bella parola ebbe i denti spezzati con il martello, prima di essere consumata dalle fiamme del rogo.

Come in molti altri casi, però, la fantasia devota non restò insensibile davanti alla figura, appena sbozzata, di questa Martire, e intrecciò intorno al suo capo, probabilmente giovane e presumibilmente bello, una corona di commosse leggende, la cui eco sopravvive nelle pagine del Martirologio.

« Ella sopportò per Cristo ‑ vi si legge infatti ‑ le torture, la prigionia, le verghe, i supplizi della ruota, le fiamme, i pesi, le fiere, le flagellazioni, le lame taglienti, la pece bollente ».

Un po' di tutto, insomma, e un po' troppo d tutto, per un solo condannato e un'unica passione!

Ma il particolare di maggior presa emotiva fu quello delle fiere, quasi per contrastare l'innocente delicatezza della fanciulla con la bruta crudeltà delle belve. « Portata di nuovo all'anfiteatro ‑ si legge infatti ‑ per essere data alle belve, dopo aver pregato il Signore di ricevere l'anima sua, una delle belve l'addentò, mentre le altre le leccavano i piedi, ed ella rese così a Dio l'anima immacolata ».

Per questa ragione gli artisti hanno raffigurato Sant'Eufemia non soltanto con la corona, la palma e il giglio, simboli della santità, del martirio e della purezza, ma anche con un feroce leone attorto ai suoi piedi, per indicare lo strumento del suo martirio.

Secondo un'altra leggenda, Eufemia venne gettata in una fossa nella quale si trovavano tre belve ferocissime. Queste, però, le si fecero incontro non soltanto docili, ma addirittura festanti, e intrecciando le loro code formarono una specie di seggio, sul quale Eufemia passò, in un corteo di inaspettato e ammirato trionfo, davanti agli spettatori dell'Anfiteatro.

Secondo questa versione, sarebbe stato non il morso di un felino, ma il coltello del giustiziere a recidere la gola della fanciulla cristiana. Sulla sua tomba venne poi costruita una basilica, e in quella Basilica, nel 451, si tenne, a Calcedonia, il IV concilio Ecumenico, cioè universale, della Chiesa. Si disse allora che un miracolo della Santa avesse contribuito a confondere i seguaci dell'eresia eutichiana, che in quel concilio venne solennemente condannata. Da allora il culto di Sant'Eufemia si diffuse in tutto il mondo cristiano, e la sua fama e le sue reliquie si sparsero in Oriente, in Italia, in Spagna, in Portogallo, in Germania, in Francia, dove si moltiplicarono le chiese dedicate alla Santa fanciulla di Calcedonia e le immagini della sua fresca bellezza, resa più bella dalla santità.
 
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