Euplio diacono e martire - Immaginette Sacre

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Euplio diacono e martire

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
Catania
Catania
12 Agosto
Α
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CataniaB A C K Catania 12 Agosto 304
Martirologio Romano
A Catania, sant’Euplo, martire: secondo la tradizione, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, fu gettato in carcere dal governatore Calvisiano perché trovato con il libro dei Vangeli tra le mani; interrogato più volte, fu battuto a morte per aver risposto di serbare con vanto il Vangelo nel suo cuore.
La città di Catania è fiera di due Martiri: Sant'Agata e Sant'Euplo, ma mentre la figura della prima è quasi tutta coperta dalla leggenda, quella di Sant'Euplo ha i lineamenti storici più precisi e sicuri.

Potenza della fantasia! La leggenda, inventata, di Sant'Agata si è diffusa dalla Sicilia a tutto il mondo, mentre la storia autentica di Sant'Euplo è rimasta ristretta alla città di Catania, e giunge al massimo fino a Messina. Eppure, del processo di Euplo esiste un verbale trascritto in latino, secondo due testi evidentemente rimaneggiati, ma fondamentalmente veritieri; ed altri tre testi in lingua greca corrispondono quasi per certo agli atti primitivi, dai quali risulta che Euplo fu uno di quei Martiri, che potremmo chiamare « volontari », dichiarandosi spontaneamente cristiano.

Egli si sarebbe presentato una prima volta al pretore Calissiano col Vangelo in mano. Ed ecco le domande e le risposte:

« Questo libro è tuo? ».

« Tu lo vedi ».

« Infatti vedo che lo hai in mano. Che cosa c'è scritto? Leggimelo ».

« E' il Santo Vangelo di Matteo, Marco, Luca e Giovanni».

« E che cosa è? ».

« E' la legge del mio Signore ».

« Il tuo linguaggio è chiaro. Sia messo in prigione ».

Ed ecco il secondo interrogatorio:

« Tieni ancora quel libro proibito? ». « Sì, l'ho ancora ». « E dove lo hai? ». « Dentro di me, nel mio cuore!».

Alle guardie: « Stendete costui e battetelo fino a che non avrà sacrificato agli dei».

Nonostante la flagellazione, Euplo non volle ritrattare le sue parole, e fu condannato alla decapitazione.

Gli Atti del suo martirio non danno nessun particolare sulla esecuzione della sentenza. E anche questo è naturale. E' come quando oggi si dice che qualcuno è stato « passato per le armi ». Non occorrono tante parole per capire ciò che è disgraziatamente accaduto e come certi fatti avvengono nello squallore e nella tristezza.

Soltanto le narrazioni leggendarie si coloriscono di episodi, che se hanno qualche volta il pregio della poesia, sono troppo spesso destituiti da quello della realtà e della verità storica. Da ciò i necessari restauri agiografici, che anche ai nostri giorni hanno sconcertato e deluso chi non si rende conto di certe esigenze d'aggiornamento, non tanto devozioni quanto culturali.
 
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