Fedele da Sigmaringa martire - Immaginette Sacre

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Fedele da Sigmaringa martire

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24 Aprile
Α
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Sigmaringen 1º Ottobre 1577B A C KSeewis im Prättigau 24 Aprile 1622
Canonizzato il 29 Luglio 1746, da Benedetto XIV
Reliquie del Santo - Roma - Chiesa dei SS Andrea e Gregorio al Celio
Martirologio Romano
San Fedele da Sigmaringen, sacerdote e martire, che fu dapprima avvocato e, entrato poi tra i Frati Minori Cappuccini, condusse un’austera vita di veglie e di preghiera. Assiduo nella predicazione della parola di Dio, fu mandato nei territori dell’odierna Svizzera per consolidarvi la retta dottrina e per la sua fede cattolica incontrò la morte a Seewis per mano di alcuni eretici.

Trasparente è il significato di questo nome, derivante dalla parola « fede » e aggettivo della fedeltà. Un nome frequente nell'uso e non infrequente tra i Santi. Quello di oggi è il più celebre, ed è l'unico Fedele segnato sul Calendario della Chiesa universale.

E detto, dal luogo natale, Fedele da Sigmaringen, e va ricordato soprattutto per due motivi. il primo, per essere stato il primo Martire dell'Ordine francescano dei Cappuccini, il secondo per essere uno dei quattro patroni degli avvocati e degli uomini di legge, accanto a Sant'lvo, a Sant'Alfonso de' Liguori e a Sant'Andrea Avellino.

Infatti, il tedesco Marco Reyd, nato a Sigmaringen nel 1587, fu ottimo e onorato giurista a Colmar, in Alsazia, dopo aver studiato a Friburgo, in Svizzera. Cristiano retto e devoto, fu avvocato non soltanto giusto ma anche caritatevole, assumendosi gratuitamente la difesa dei non abbienti. Per questo anch'egli meriterà il titolo di « avvocato dei poveri ». Sui trentacinque anni, però, Marco Reyd abbandonò i codici e le Pandette per seguire un'altra vocazione. Qualcuno disse che egli aveva lasciato la professione del giure per timore di cadere in una di quelle ingiustizie che sembrano inevitabili nella professione dei giuristi.

Ma tale insinuazione, ingiusta nei confronti degli uomini di legge, non fu vera nel caso di Marco Reyd, il quale lasciò l'avvocatura soltanto perché attirato da un'altra e più difficile missione.

Divenne infatti frate cappuccino a Friburgo, dove aveva studiato. Mutò il nome di Marco in quello di Fra Fedele e s'impose obbedienza, povertà e umiltà. Soprattutto s'impose lo spirito di penitenza che animava il giovane Ordine dei Cappuccini, nato sul vigoroso tronco francescano, proprio per dare al secolo mondano e glorieggiante l'esempio della più rigorosa austerità e della più macerata rinunzia. Eletto superiore del convento di Weltkirchen, in Svizzera, il frate giurista si dedicò con fervore alle opere apostoliche, in un momento quanto mai difficile. Nel Cantone svizzero dei Grigioni una dolorosa separazione divideva i cattolici dai calvinisti, degenerando in sanguinosa lotta politica tra i Valligiani e l'Imperatore d'Austria.

Fra Fedele soffrì nel suo cuore per quella separazione e fu vittima consapevole di quella lotta. Invano, come predicatore, cercò di esortare i fedeli all'unità religiosa e alla concordia politica. La situazione era troppo compromessa, gli animi pericolosamente esacerbati. Il mite cappuccino, intransigente soltanto verso se stesso, fu giudicato un pericoloso emissario imperiale. Dopo un'ultima predica, quasi ispirata, a Sevia, nel 1622, venne aggredito fuori della chiesa e colpito a morte, con il corpo barbaramente smembrato.

La sua fine commosse anche i contendenti più accaniti, e affrettò la pacificazione. Gli eventi successivi dimostrarono che il sacrificio di San Fedele, primo Martire dei Cappuccini, non era stato vano.
 
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