Gennaro martire - Immaginette Sacre

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Gennaro martire

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
NapoliNapoli19 Settembre
Α
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Pozzuoli 19 settembre 305
Canonizzato nel 1586 da Papa Sisto V
Reliquie del Santo - Roma - Chiesa di S. Giovanni Maria Via nney
Martirologio Romano
San Gennaro, vescovo di Benevento e martire, che in tempo di persecuzione contro la fede, a Pozzuoli vicino a Napoli subì il martirio per Cristo.
Non manca, nel Calendario della Chiesa, la memoria del Santo forse più popolare e forse più controverso nella devozione di tutti i paesi; la memoria, ma facoltativa, di San Gennaro, Patrono di Napoli, celebre soprattutto per il miracolo del sangue, che puntualmente ogni anno, anzi più volte all'anno, scatena i più fervidi entusiasmi e anche le più contrastanti polemiche.

Di lui, come figura storica, non si sa molto, anche perché l'elenco dei Vescovi di Benevento porta il nome di due santi di questo nome: Gennaro I, martire nel 305, e Gennaro II, che partecipò nel 342 al concilio in Sardica.

Alcuni studiosi hanno proposto l'identificazione di San Gennaro, Patrono di Napoli, con il Vescovo presente al concilio; ma altri hanno insistito per la distinzione del primo Gennaro, morto nel 305 come Martire.

Infatti, nelle Catacombe napoletane, una pittura del V secolo rappresenta San Gennaro tra due ceri accesi, con l'aureola e una chiara iscrizione, che dice: Sancto Martyri Ianuario. Il Vescovo Gennaro, con i diaconi Sosso e Festo e con il lettore Desiderio, furono condannati a morte nel 305. Dovevano essere mandati alle belve nell'anfiteatro di Pozzuoli, durante uno di quegli spettacoli che inebriavano di raccapriccio le folle pagane. Per il ritardo del giudice, invece, il feroce spettacolo non ebbe luogo, e i Martiri furono decapitati, con un altro diacono di Pozzuoli, Proculo, e due laici, Eutiche e Acuzio.

Le reliquie del martire furono trasportate a Napoli nel 431, e intorno a quell'epoca risale l'immagine nelle Catacombe di Capodimonte, dove San Gennaro è rappresentato in tunica, con il pallio vescovile.

Ma più eloquente di queste scarse notizie è la voce con la quale l'antico Martire parla ancora alle folle dei suoi devoti. E la voce, in questo caso, è costituita dalla miracolosa liquefazione del sangue, contenuto in due ampolle di vetro: una più grande di forma elicoidale, l'altra più piccola di forma cilindrica, perfettamente sigillate.

Il prodigio del sangue si ripete varie volte nell'anno, a data fissa e variabile. Le date fisse sono il sabato precedente la prima domenica di maggio e gli otto giorni seguenti; il 16 dicembre e oggi, 19 settembre, anniversario del martirio, con gli otto giorni dell'ottava.

La scienza non ha saputo dare una spiegazione al prodigio, ma ha confermato che si tratta proprio di sangue e che le condizioni della liquefazione sono, a dir poco, singolari, contraddicendo tutte le leggi fisiche. Ciò giustifica dunque la straordinaria ammirazione e la profonda devozione in mezzo alle quali si compie il prodigio.

Ma il sangue delle ampolle è proprio di San Gennaro? La tradizione, su questo punto, è costante. Risale alla traslazione delle reliquie da Pozzuoli a Napoli, nel 431. In quella occasione sarebbe avvenuta per la prima volta la miracolosa liquefazione.

Dal 1329 cominciano poi le testimonianze scritte sul miracoloso sangue di San Gennaro, sempre più frequenti in tempi più recenti.

Perciò l'entusiastica devozione popolare, piena di affettuoso trasporto, non può essere raffreddata dalla diffidenza o dal dubbio. Oltretutto, il prodigio di San Gennaro assume un valore di simbolo, se si considera che il sangue dei Martiri, sparso per la fede, non è arida e fredda sostanza, ma riscalda e vivifica ancora il corpo mistico della Chiesa.
 
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