Gervaso e Protasio martiri - Immaginette Sacre

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Gervaso e Protasio martiri

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
MilanoMilano19 Giugno
Α

Ω
II - III SecoloB A C KIII Secolo



Martirologio Romano
A Milano, commemorazione dei santi Gervasio e Protasio, martiri, i cui corpi furono rinvenuti da sant’Ambrogio e in questo giorno solennemente traslati nella nuova basilica da lui costruita.
Tra i molti meriti di Sant'Ambrogio, il grande Vescovo di Milano, c'è anche quello d'aver promosso la devozione di alcuni Santi da lui ritrovati sottoterra o tratti dall'oblio.
Il fatto più strano è che quasi tutti questi Santi non sono isolati, ma a coppie. Pareva che, sotto al pastorale del Vescovo, la terra s'aprisse quasi per incanto, facendo affiorare, due a due, ben composti e conservati, i corpi Martiri caduti nelle persecuzioni dei secoli precedenti. Il loro tacito esempio, incoraggiava e rafforzava i cristiani nella lotta contro l'eresia ariana.
In molte città dell'Italia settentrionale si trovano antiche chiese, spesso consacrate dallo stesso Sant'Ambrogio, dedicate a queste coppie di Martiri che il Vescovo di Milano rintracciava ed esaltava. Nabore e Felice, per esempio, caduti nella persecuzione di Massimiano, ebbero nuovi onori da Sant'Ambrogio, che costruì per loro una basilica a Milano e una chiesa a Bologna. Proprio a Bologna, lo stesso Sant'Ambrogio ritrovò le reliquie dei Santi Vitale e Agricola; e anche un altro Vitale, Martire di Ravenna, in coppia con Santa Valeria, deve a Sant'Ambrogio gran parte della sua fama. Di Nazario e Celso, che la tradizione disse poi compagni venuti da Roma, si era perduto ogni ricordo. Sant'Ambrogio ritrovò i loro corpi, a Milano, in un giardino dov'era solito pregare.
Ma ancor più celebre, dopo il ritrovamento da parte di Sant'Ambrogio, fu la coppia dei Santi Gervasio e Protasio, oggi festeggiati. Anche nel loro caso, se n'era perduto ogni ricordo, e i Martiri giacevano ignorati proprio sotto la chiesa dei Santi Nabore e Felice contrassegnati da una lapide funeraria.
Furori ritrovati il 19 giugno del 386, nel modo narrato da Sant'Ambrogio in una lettera alla sorella Marcellina. E ne fa fede anche Santo Agostino, che a quel tempo era a Milano.
Nelle sue Confessioni, scrisse: « Al sunnominato tuo Vescovo rivelasti in visione il luogo dov'eran nascosti i corpi dei Martiri Protasio e Gervasio, i quali per tanti anni avevi tenuto riposti e incorrotti, per trarli fuori nell'ora opportuna e raffrenare con essi la rabbia d'una donna, è vero, una donna regale ».
Si trattava dell'Imperatrice Giustina, che era ariana, e stava per allontanare dalla città il grande Vescovo cattolico. Ne fu dissuasa dalla grande manifestazione di fede suscitata dal ritrovamento delle due reliquie.
Sant'Ambrogio narra così l'episodio: « Feci aprire la terra nel luogo che è davanti alla sepoltura dei Santi Felice e Nabore. Trovai dei segni convenienti, ed avendo fatto venire gli indemoniati sui quali dovevo imporre le mani, i Santi Martiri cominciarono ad apparire in modo tale che, mentre ero ancora in silenzio e prima che avessi iniziato gli esorcismi, si scoprì una urna, che venne rovesciata nel luogo della loro tomba. Abbiamo trovato due uomini d'una grandezza prodigiosa, come erano nei tempi antichi. Tutte le loro ossa erano intere. C'era molto sangue. Per brevità, sistemammo tutte le ossa secondo il loro ordine e le trasferimmo al calar della notte nella basilica di Fausta. Il giorno dopo le portammo nella basilica che si chiama ambrosiana ».
Nella gloriosa basilica milanese, aggiungiamo noi, la loro urna fu ritrovata dopo 15 secoli, nel 1864. Durante la traslazione, racconta ancora il Vescovo, un macellaio cieco, di nome Severo, riacquistò la vista al contatto del velo che copriva le reliquie, e questo miracolo accese l'entusiasmo della folla per i due Santi Martiri.


 
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