Isidoro Agricola - Immaginette Sacre

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Isidoro Agricola

Immagini di Santi
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15 Maggio
Α
Altre immagini del SantoΩ
Madrid 1070/1080B A C KMadrid 15 maggio 1130
Canonizzato il 12 marzo 1622, da papa Gregorio XV
Martirologio Romano
A Madrid nella Castiglia in Spagna, sant’Isidoro, contadino, che insieme con sua moglie la beata Maria de la Cabeza attese con impegno alle fatiche dei campi, cogliendo con pazienza la ricompensa celeste più ancora dei frutti terreni, e fu vero modello di contadino cristiano.
Il 25 maggio 1622, un decreto del Papa Gregorio XV canonizzava cinque Santi: un italiano, Filippo Neri, e quattro spagnoli, Ignazio da Loyola, Francesco Saverio, Teresa d'Avila e Isidoro contadino.
I primi quattro erano giunti rapidamente agli onori dell'altare, essendo tutti vissuti nel '500. L'ultimo invece aveva stentato per quasi cinque secoli, e vi giungeva spinto da Filippo II, Re di Spagna.
Isidoro era un povero contadino e si sarebbe sentito un po' impacciato, tra gli altri, se la santità potesse conservare qualcosa di mondano e la gloria del Cielo non fosse identica per tutti coloro che l'hanno meritata, anche in diversissima maniera. Isidoro, per esempio, se l'era meritata zappando la terra. Non c'era altro modo, per il povero giovane, nato a Madrid, sul finire dell'XI secolo, da genitori che non gli potevano dare se non buoni ammaestramenti morali, indicandogli la Chiesa come l'unico luogo nel quale non era impedito l'accesso ai poveri e agli ignoranti.
Isidoro trovò da lavorare, come contadino, sulla terra d'un ricco proprietario, Giovanni de Vergas. Aveva buona salute, e la zappa non gli pesava. Presto, con la mano callosa, impalmò una giovane, come lui sana, onesta, religiosa. Ogni mattina, Isidoro si alzava prima del dovuto, per recarsi a pregare in una Chiesa. Il lavoro gli sembrava poi più leggero. E gli riusciva meglio.
Il padrone stupiva di come Isidoro potesse zappare tanta terra o tracciare tanti solchi. Un giorno, non veduto lo sorvegliò, e il suo stupore crebbe in meraviglia, scorgendo due giovani al fianco del contadino. Ma se Isidoro sudava, quei due giovani suoi aiutanti conservavano inalterabile la loro fattezza, perché erano due creature angeliche.
A Giovanni de Vergas non rimase che affidare completamente la propria terra al contadino che poteva disporre di tali opre. Ed allora la terra rese ancora di più, con gran vantaggio non solo del padrone, ma dei poveri, ai quali Isidoro donava quasi tutta la sua parte, d'accordo con la moglie. Nonostante ciò non mancarono mai di nulla.
Tra i poveri, durante l'inverno, Isidoro considerava anche i passerotti, privi di cibo. Andando al mulino, aveva cura di sparpagliare per via manciate di grano.
E infatti seminava carità per i poveri uccelli affamati. Giungeva così al mulino col sacco mezzo vuoto, ma poi ritornava col medesimo sacco colmo di farina, perché sotto la macina il poco grano rimasto rendeva il doppio. Quando morì, nel 1130, morì come un semplice contadino. Venne sepolto senza particolari onori nel camposanto di Sant'Andrea, sempre a Madrid. Ma anche da quel campo, Isidoro continuò a fare la carità. Sulla sua tomba fiorivano i miracoli. Quarant'anni dopo, nel 1170, fu trasportato in una Chiesa, dove i miracoli continuarono.
Il Re Filippo II, per guarire d'una grave malattia, si fece portare le reliquie nella reggia. Dopo di che, ricevuta la grazia, fece sapere a Roma che lì a Madrid, un Santo contadino aspettava, da cinque secoli, la canonizzazione. Il Papa, come abbiam detto, pose Sant'Isidoro tra Ignazio da Loyola e Francesco Saverio, tra Filippo Neri e Teresa d'Avila. E da quel giorno, i contadini ebbero un Santo protettore, contadino come loro, come loro laborioso, ma forse più di loro generoso.

 
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