Leandro vescovo - Immaginette Sacre

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Leandro vescovo

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta


13 Marzo
Α

Ω
Cartagena 545 circaB A C KSiviglia 600 circa



Martirologio Romano
A Siviglia in Spagna, san Leandro, vescovo, che, fratello dei santi Isidoro, Fulgenzio e Fiorentina, con la sua predicazione e il suo attivo impegno convertì dall’eresia ariana alla fede cattolica i Visigoti, con l’aiuto del loro re Reccaredo.
Anche questo di Leandro è nome più celebre nella letteratura mitologica che in quella agiografica. Ci riporta a una famosa storia d'amore, anzi a una leggendaria e commovente tragedia d'amore.
L'Ellesponto è quel lungo e stretto braccio di mare, detto oggi Stretto dei Dardanelli, che mette in comunicazione il Mare Egeo con il Mare di Marmara, prima che un altro celebre stretto - il Bosforo - immetta nel Mar Nero. Sul punto più stretto dell'Ellesponto sorgevano un tempo le città di Sesto, da una parte, e di Abido, dall'altra. A Sesto abitava Ero, bellissima sacerdotessa di Afrodite; ad Abido, dall'altra parte dello stretto, viveva Leandro, giovane perdutamente innamorato di lei.
Per amore di Ero, ogni notte, Leandro attraversava a nuoto l'Ellesponto, orientandosi, come faro, sul lume che l'amata lasciava acceso alla finestra. Una notte, però, il vento spense la fiamma, e Leandro, privo di guida, venne travolto dai flutti. Il corpo inanimato giunse sulla riva il giorno successivo, e la bella Ero, a quella vista, si gettò a sua volta nelle onde, annegando.
La leggenda mitologica, che possiamo senz'altro definire romantica, ha contribuito alla fama e alla diffusione del nome di Leandro, un nome di origine greca, il cui significato non ha nulla di amoroso, perché vuol dire « uomo del popolo».
Nulla in comune con il giovane e sfortunato amante di Ero ha il San Leandro oggi ricordato dalla Chiesa di Spagna, anche se la sua fama è superata da quella del fratello, il sapientissimo Sant'Isidoro di Siviglia.
Leandro era nato a Cartagena, nel VI secolo, dal governatore della città, e si formò alla vita ecclesiastica entrando giovane in un monastero. Fu eletto, prima del proprio fratello, alla cattedra vescovile di Siviglia, la città principale del regno dei Visigoti. Svolse un'attività apostolica intensissima, per convertire quel popolo, cominciando dai sovrani, alla fede cattolica, abbandonando l'eresia ariana.
Nonostante opposizione ed esilio, riuscì ad allevare nella dottrina ortodossa il giovane erede al trono, e la conversione di questi fu seguita dalla conversione di tutto il suo popolo. Tormentato dalla gotta, trascorse gli ultimi anni della sua non lunga vita tra penitenze e preghiere, digiuni e studio. Collaborò con lui, con devoto affetto, il fratello Isidoro, che dopo la morte di Leandro - alla fine del VI secolo o all'inizio del VII - doveva succedere a lui sulla cattedra di Siviglia, rendendola ancora più chiara di fama e santità.
E fu proprio' il fratello più celebre - vogliamo aggiungere a scanso di ogni sospetto - il primo e più fervente illustratore dei meriti di San Leandro, ricambiando anche dopo morto la generosità di lui vivo.


 
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