Leone Magno papa - Immaginette Sacre

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Leone Magno papa

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta


10 Novembre
Α
Altre immagini del SantoΩ
Volterra 390 circaB A C KRoma 10 novembre 461

Reliquie del Santo
Martirologio Romano
Memoria di san Leone I, papa e dottore della Chiesa: nato in Toscana, fu dapprima a Roma solerte diacono e poi, elevato alla cattedra di Pietro, meritò a buon diritto l’appellativo di Magno sia per aver nutrito il gregge a lui affidato con la sua parola raffinata e saggia, sia per aver sostenuto strenuamente attraverso i suoi legati nel Concilio Ecumenico di Calcedonia la retta dottrina sull’incarnazione di Dio. Riposò nel Signore a Roma, dove in questo giorno fu deposto presso san Pietro.
Drammatico e prodigioso, l’episodio di San Leone che ferma Attilla resta tra i più celeri nella storia del Papato; a metà strada tra santità e politica e a cavallo tra la cronaca e la leggenda.
Il temuto e temibile capo degli Unni è in Italia, accampato presso Mantova. Dietro di lui, preme uno sterminato esercito di guerrieri, con le donne, i figli, i prigionieri, gli animali, le prede. Han messo a ferro e fuoco mezza Europa; han passato le Alpi con la sicurezza di Annibale. Sfociati sulla piana del Po' han raso al suolo Altino, Milano e Pavia. E adesso, davanti ad Attila, la via di Roma è aperta, la preda certa, l'ambizione soddisfatta.
Ed ecco farglisi incontro, non un generale, ma un vecchio Pontefice, circondato da prelati. Una visita inaspettata, ma che certamente commuove il Re barbaro e lusinga il suo amor proprio. La Leggenda Aurea dice infatti: « Essendosi dunque approssimatosi ad Attila, sì tosto com'elli vide santo Leone, si discese a terra del cavallo, e gittollisi a' piedi, pregandolo che domandasse ciò che volesse » '
Leone chiese che Attila lasciasse l'Italia, liberasse i prigionieri, rinunziasse a Roma. E il fatto che il condottiero vittorioso si piegasse alle richieste del Papa inerme, ha fatto immaginare le più varie spiegazioni.
La più nota è quella riportata anche dalla Leggenda, dove è detto: « Essendo ripreso da' suoi Attila che il triunfatore del mondo s'era lasciato vincere da un prete, quelli rispose: lo ebbi provvidenza di me e di voi; che io gli vidi dal lato stare un fortissimo cavaliere col coltello isguainato che mi disse: Se tu non obbedirai a costui, tu morrai con tutti i tuoi ». Più probabilmente, il superstizioso guerriero temette l'ira divina che il venerando vecchio sembrava minacciare. Forse egli ricordò la misteriosa fine di Alarico, morto improvvisamente dopo aver saccheggiato Roma. Fatto sta che il « Flagello di Dio » ritirò le sue orde al di là delle Alpi, oltre il Danubio. Un anno dopo, la morte troncò i suoi sogni di conquista e di dominio.
Ma l'episodio di Attila, l'unico che molti conoscono di San Leone, non è isolato nella storia di questo Papa, uno dei più grandi della Chiesa antica; certamente il più grande del suo secolo. E il V secolo, oltre ad essere l'età delle più aspre lotte coi barbari e dei saccheggi di Roma, fu, per la Chiesa, un secolo battuto dall'eresia. Proprio per la sua opera in favore della integrità della dottrina cattolica, San Leone, primo tra tutti i Pontefici, ha meritato il titolo di « Magno ».
Nato sulla fine dei IV secolo, Leone dovette ricevere una educazione accurata e profonda. Dalle sue opere si vede com'egli conoscesse le lettere e la retorica, le teologia e le scienze. Ci restano di lui 96 sermoni e 173 epistole, che sono tra gli scritti più alti di quel tempo. Successo a Sisto III nel 440, in un momento molto difficile nella storia della Chiesa, San Leone combatté soprattutto l'eresia di Eutiche, detta Monofisismo, perché ammetteva in Gesù una sola natura.
Al Concilio Ecumenico di Calcedonia egli inviò una celebre « lettera dommatica », così alta di dottrina, chiara d'espressione e pura 1 fede che molti parlarono di una ispirazione soprannaturale.
Egli era ormai vecchio, quando il condottiero dei Vandali ariani, Genserico, riuscì nell'impresa nella quale era fallito Attila. Questa volta San Leone non poté impedire il saccheggio di Roma. Ottenne però che non fosse sparso sangue e che nessun edificio venisse dato alle fiamme.
Moriva sei anni dopo, nel 461.


 
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