Marcellino martire - Immaginette Sacre

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Marcellino martire

Immagini di Santi
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GenovaGenova13 Settembre
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Martirologio Romano
A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Marcellino, martire, che, tribuno e intimo amico di sant’Agostino e di san Girolamo, per l’ostilità dell’usurpatore Eracliano fu, benché innocente, ucciso dagli eretici donatisti per aver difeso la fede cattolica.
Marcellino era, a Cartagine, tribuno e notaio. Buon cristiano, conduceva, con la moglie, vita virtuosa. Il suo contemporaneo e conterraneo, Sant'Agostino, lo dice uomo attivo e prudente, sempre desideroso d'apprendere. Egli si trovò
coinvolto in una terribile controversia. Dopo la persecuzione di Diocleziano, alcuni africani seguaci del Vescovo Donato rimproverarono che nella gerarchia della Chiesa fossero riammessi i preti apostati, cioè « caduti », che venivano chiamati traditores. Per i Donatisti, questa caduta era imperdonabile, e i traditores non dovevano esser riammessi nel clero, neanche dopo pubbliche penitenze. E non valeva dire che molti di loro, con una prudenza un po’ troppo capziosa, avessero consegnato non i libri ortodossi, ma i libri eretici. Da questi motivi di carattere disciplinare, legati a un preciso momento storico, nacque la lunga polemica e il doloroso scisma, mentre si aggiungevano altri contrasti di carattere più propriamente dottrinale, non privi di una sfumatura politica. I Donatisti volevano infatti allentare i legami della Chiesa d'Africa con Roma, sede del Pontefice, ma anche dell'Imperatore. Agli inizi del V secolo, dopo cent'anni di scisma, la tensione tra le
due parti raggiunse il punto di massima intensità. In quel tempo, i campioni dell'ortodossia furono Sant'Optato di Milevi e Sant'Agostino; ma i più focosi Donatisti, senza curarsi della disputa dottrinale, non esitarono a farsi predoni
e scorridori, rubando, incendiando e massacrando. Perciò, nel 411, l'imperatore Onorio indisse un concilio di pacificazione. Si sarebbe tenuto a Cartagine, con un contradditorio tra Cattolici e Donatisti. A presidiare l'incontro fu posto, con pieni poteri, il tribuno e notaio Marcellino. Egli convocò 286 Vescovi di parte cattolica e 279 di parte donatista. Sette oratori per parte sostennero il contraddittorio. Sant'Agostino, il « numero uno », dei cattolici, dimostrò che, seguendo in buona fede le premesse dei Donatisti si giungeva alle stesse conclusioni della dottrina cattolica. Ma molti Donatisti non erano in
buona fede. E quando Marcellino, in nome dell'Imperatore, emise la sua sentenza favorevole ai Cattolici, essi rifiutarono di accettarla accusando segretamente il tribuno Marcellino di cospirazione contro l'Imperatore. Alle accuse pare che si aggiungesse anche una somma in denaro.
Perciò, nel 413, Marcellino e un suo fratello vennero giustiziati in nome della legge imperiale. Un anno dopo, però, lo stesso Imperatore riconosceva l'errore commesso dalla giustizia romana dietro istigazione degli eretici. Furono perciò sanzionate e approvate formalmente tutte le decisioni prese dal tribuno Marcellino nei confronto dei Donatisti.
La Chiesa, dal canto suo, poneva il coscienzioso e inflessibile funzionario di Cartagine nel numero dei Martiri per la fede.


 
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