Marco evangelista - Immaginette Sacre

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Marco evangelista

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
TeanoCaserta25 Aprile
Α
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Martirologio Romano
Festa di san Marco, Evangelista, che a Gerusalemme dapprima accompagnò san Paolo nel suo apostolato, poi seguì i passi di san Pietro, che lo chiamò figlio; si tramanda che a Roma abbia raccolto nel Vangelo da lui scritto le catechesi dell’Apostolo e che abbia fondato la Chiesa di Alessandria.
Quella di San Marco non è una memoria di Santo, ma la festa di un Evangelista, e come tale segnata in tutte chiare lettere dal nuovo Calendario della Chiesa, alla data nella quale è stata celebrata, a Roma, da quasi mille anni.Nel corso dell'anno, le feste degli evangelisti sono quattro, e oggi incontriamo la prima. Quattro, naturalmente, quanti furono gli evangelisti stessi, ognuno dei quali è distinto da un proprio simbolo: San Matteo da un Angiolo, San Luca da un bue, San Giovanni da un'aquila.  San Marco ha come simbolo un leone, e con i caratteri del leone appare Gesù nel Vangelo di San Marco, cioè con i caratteri del forte, che scaccia i demoni, guarisce gli ammalati e vince la morte.  Pare che il secondo evangelista avesse due nomi: quello ebraico di Giovanni e quello romano di Marco.  Era figlio di una di quelle tante Marie di Gerusalemme che seguirono devotamente e coraggiosamente Gesù, e poi ospitarono i suoi primi seguaci.  Si crede che Marco, giovinetto, assistesse alla cattura di Gesù nell'Orto degli Olivi, e che proprio alla sua casa bussasse San Pietro, la notte in cui l'Angelo lo liberò dalle catene.  Ma anche se il giovane Marco non conobbe direttamente il Redentore, seppe da Pietro tutto ciò che aveva fatto e aveva detto.  Seguì l'Apostolo, suo padre spirituale, a Roma, dove ascoltò assiduamente la « catechesi petrina», cioè l'insegnamento del primo Papa.  E a Roma, per i Romani, scrisse il suo Vangelo.  Non si sa se prima o dopo la morte di San Pietro.  E' certo però che nelle parole di San Marco si sente l'eco immediata delle parole di San Pietro.   Papia dice chiaramente che egli fu l'interprete più fedele del Principe degli Apostoli.  Se il secondo Vangelo dette e dà tuttora fama a San Marco, la tradizione vuole che la maggior gloria gli sia venuta dal martirio.  Non bastava scrivere il Vangelo. Bisognava predicarlo. Non era sufficiente vergarlo con l'inchiostro. Occorreva sottoscriverlo col sangue.  E San Marco avrebbe predicato il Vangelo di Cristo non solo a Roma, ma anche ad Alessandria d'Egitto, dove avrebbe fondato la prima Chiesa e dove sarebbe stato martirizzato.  Proprio un giorno di Pasqua, quando i pagani celebravano la festa di Seràpide, egli sarebbe stato trascinato furiosamente per lungo tratto, insanguinando le pietre.  Dopo averlo ucciso, i pagani avrebbero voluto bruciare il suo corpo, ma il Signore non lo permise.  Un violentissimo uragano disperse i martirizzatori e spense il rogo.  Così i cristiani poterono raccogliere il corpo del Martire e seppellirlo con onore.  Si sa che la sua tomba di marmo, ad Alessandria, era venerato anche durante la dominazione dei Musulmani.
Nell'828, due mercanti veneziani trafugarono il corpo dell'evangelista per sottrarlo alla terra dominata dagli infedeli.Si narra che, per impedire ai Maomettani di ostacolare il trasporto delle reliquie, nascondessero le spoglie dentro un porco macellato, approfittando del fatto che Maometto aveva proibito ai suoi seguaci di toccare carne di maiale.
In questo modo inconsueto, le reliquie di San Marco giunsero nella città lagunare, dove i Veneziani ripararono all'involontaria offesa ponendo I  salma dell'evangelista in quella chiesa che è ancora la gemma più splendida della Venezia. E il Leone alato di San Marco, con il libro tenuto aperto tra gli artigli, forma da allora lo stemma di Venezia, detta perciò la « città di San Marco ».


 
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