Maria Goretti vergine e martire - Immaginette Sacre

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Maria Goretti vergine e martire

Immagini di Sante
LocalitàProvinciaFesta
NettunoRoma6 Luglio
Α

Ω
1890
B A C K1902
Reliquie della Santa
Maria Goretti, Santa bambina, Martire della propria purezza, è la Santa più tipica del nostro tempo, la più antica e la più nuova: colei che da sola salva la nostra società dall'accusa, sempre più pesante, di orgia della sensualità, di squallido trionfo della carne.

Tutti conoscono, per averle rivissute nei giorni della non lontana canonizzazione, le vicende della famiglia Goretti, cacciata dalla fame dalla nativa Corinaldo, nella Marche, per recarsi a lavorare lungo il litorale tirreno, tra gli stagni malsani della palude, a Ferriere di Conca.

La vita è dura, quasi disperata, per quella famiglia con cinque bambini, di cui Marietta è la maggiore. La malaria avvelena il sangue, e una sera Luigi Goretti non fa ritorno al casale di Cascina Antica, in mezzo all'Agro.

Muore sui margini della palude, nel 1900, quando Maria ha dieci anni. Da allora si assume lei la cura dei fratellini, perché la mamma possa continuare il lavoro dei campi. E oltre ai fratelli, ci sono i figli della famiglia Serenelli, che vivono nella stessa cascina: Marietta Goretti lavora anche per loro, li nutre, li sorveglia, li cura.

Non può andare a scuola, e a fatica segue i corsi di dottrina, nella parrocchia lontana. Impara però, ciò che conta, che il vero male non è la miseria, ma il peccato, e che l'unica arma contro quel male è la preghiera. Perciò, anche lontana dalla chiesa, Maria lavora e prega, pulisce la casa e conserva pura l'anima. Nel 1902 può fare la prima Comunione, in un giorno di maggio. Ora anche la grazia del Sacramento l'assiste nella prova, che si avvicina. Maria ha dodici anni, ma ne dimostra di più; è una ragazzina precocemente sviluppata che Alessandro Serenelli, il diciottenne figlio della famiglia vicina, guarda troppo spesso con occhi torbidi.

Ma le proposte del ragazzo, sulla cui anima sembra già essersi rappreso il fango pesante e malsano della palude, non scalfiscono la sorridente purezza di Maria. E neanche le minacce del giovane violento piegano la tenace volontà della bambina. Finché un giorno, di luglio, col sole alto sui campi e le cicale ammutolite nella calura, Alessandro Serenelli emerge dall'ombra della grande cucina, con un coltello in mano, pronto a sostenere la prova decisiva.

Sono soli, in mezzo alla piana assolata e alle lame degli stagni, e la decisione del giovane è chiara, come è chiara l'alternativa. Ma Maria Goretti non vuole, e non teme. Anzi, non è nemmeno lei, lei donna, a non volere. Dice infatti, mentre si difende: « No, no, Dio non vuole. E' peccato! ». E si difende oltre le proprie forze, mentre il coltello di Alessandro apre quattordici ferite, come fiori rossi, sul suo corpo incontaminato.

Muore il giorno dopo, all'ospedale di Nettuno. Intorno si affollano, silenziosi e piangenti, i rudi popolani dell'Agro, i primi testimoni di quella candida santità, sbocciata dal fango della palude.

Prima di morire, Maria Goretti ha perdonato il suo uccisore. « Voglio ‑ dice ‑ che venga con me in Paradiso ». Quella preghiera dapprima agita, poi consola i lunghi anni di Alessandro in carcere. E, scontata la pena, mentre Maria Goretti viene proclamata Beata poi, nel 1950, tra indicibile commozione, Santa, il suo assassino diventa un uomo nuovo e a novant'anni, muore nell'infermeria dei Cappuccini, a Macerata, invocando la sua vittima come sua salvatrice.
 
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