Matilde regina - Immaginette Sacre

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Matilde regina

Immagini di Sante
LocalitàProvinciaFesta


14 Marzo
Α

Ω

B A C KQuedlinburg 968
Ci sono certi nomi che tutto cospira a render belli: la storia e la santità, l'arte e la letteratura, il suono e il significato. Tale ci sembra il caso del nome di Matilde, con le varianti di Matelda e Metelda. Nella storia, il nome di Matilde è stato reso chiaro dalla Contessa di Toscana, Matilde di Canossa, che fu a fianco di Gregorio VII durante la lotta per le investiture, quale personaggio di primissimo piano nelle vicende politiche e civili dell'XI secolo.

 Nella letteratura, Matelda è stata cantata da Dante - forse riferendosi alla Contessa di Canossa, trasfigurata in simbolo di vita attiva che la incontra sulla sommità del Purgatorio, in riva al fiume Letè. Tutti i lettori della Divina Commedia ricordano la descrizione della « donna soletta che si già cantando ed iscegliendo flor da fiore ». Nella santità, finalmente, il nome di Matilde è stato portato da alcuni personaggi femminili chiarissimi per virtù e per condizione. Tra queste Sante, la più celebre - anche sotto il profilo storico - è quella oggi ricordata: Matilde di Sassonia, sposa di Enrico Re di Germania e madre di Ottone, futuro primo Imperatore di questo nome. La condizione regale di Santa Matilde non deve far credere che ella sia stata, diciamo così, privilegiata, nel raggiungere la perfezione spirituale e la risonanza nel bene che accompagna i potenti della terra. Al contrario ella fu vera martire della propria condizione, perché i suoi stessi figli, fatti l'un dell'altro nemici per rivalità dinastiche e gelosie di potere, avvelenarono la vita della madre.

Infaticabile nelle opere buone e generosissima nella carità, Matilde fu l'angelo benefico dei suoi sudditi finché ebbe accanto a sé il marito, che l'amava e l'incoraggiava. Ma alla morte di Enrico, i due figli si contesero la successione rendendo la sua vita un purgatorio, non soltanto con le loro poco fraterne contese, ma anche accusando apertamente la madre di aver dilapidato le sostanze familiari e l'erario del regno con la sua eccessiva generosità. Per umiliarla, essi privarono Matilde di ogni ricchezza, anche dei beni dotali e perfino dell'usufrutto regale. La regina benefica si ridusse così alla stregua del più misero dei suoi beneficati, senza levar mai una parola contro tale ingiustizia o in favore dei suoi diritti.

Pianse, sì, non per sé, ma per i figli resi ciechi dall'egoismo. Pregò per il loro ravvedimento, non per la propria riabilitazione. E le sue lacrime, le sue preghiere, raggiunsero il risultato sperato.

Pentiti della loro durezza, i figli le chiesero perdono, la reintegrarono nei diritti, le restituirono l'uso delle ricchezze. Matilde poté così riprendere, infaticabile, la sua opera in favore dei bisognosi, dei malati, degli afflitti, che continuò paziente fino al giorno della sua morte, nel 968, nel monastero di Quedlinburg, da lei fondato.
 
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