Paolino di Nola - Immaginette Sacre

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Paolino di Nola

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
SuteraCaltanissetta22 Giugno
Α

Ω
Bordeaux 355
B A C KNola 22 giugno 431

Martirologio Romano
San Paolino, vescovo, che, ricevuto il battesimo a Bordeaux e lasciato l’incarico di console, da nobilissimo e ricchissimo che era si fece povero e umile per Cristo e, trasferitosi a Nola in Campania presso il sepolcro di san Felice sacerdote per seguire da vicino il suo esempio di vita, condusse vita ascetica con la moglie e i compagni; divenuto vescovo, insigne per cultura e santità, aiutò i pellegrini e soccorse con amore i poveri.
A San Paolino di Nola, la tradizione attribuisce l'invenzione delle campane, e se anche non esistono prove sicure in proposito, resta certo il fatto che le campane si chiamarono così proprio perché provenienti dalla Campania e specialmente da quella città, tra Napoli e Avellino, chiamata Nola, di cui San Paolino fu Vescovo tra il IV e il V secolo.
Figlio di una famiglia patrizia romana, Mero¬pio Ponzio Anicio Paolino non era nato in Italia, ma in Gallia a Bordeaux, dove il padre era funzionario imperiale e la famiglia possedeva parte dei suoi vastissimi beni. Istruito da un maestro cristiano, Paolino venne battezzato, a Bordeaux, verso i venticinque anni. Era già stato Console in Italia e aveva sposato una virtuosa fanciulla, con la quale era vissuto in Spagna. Ma dopo il Battesimo, la sua vita subì un totale mutamento. « Per la fede lasciai il mondo   egli scrisse poi in una sua poesia   la mia patria, la mia casa, e mi stabilii in una terra lontana ».
La terra lontana fu, in un primo tempo, Barcellona, dove Paolino si recò con la fedele sposa. La morte di un figlio da poco nato li staccò ancor più dalle cose del mondo: i due cominciarono a disfarsi dei loro immensi beni e a gustare la vita contemplativa. « I cuori votati a Cristo   scriveva in quel tempo Paolino al suo maestro di letteratura   respingono le Muse e son chiusi ad Apollo ».
Ma anche nella dedizione a Cristo c'era posto per l'attività intellettuale al servizio della fede, e per questo, nel 394, Paolino e la mogli passrono il mare e da Barcellona si stabilirono a Nola, in una specie di monastero familiare.
A Paolino si unirono diversi compagni, le cui celle si aprivano verso l'altare sotto al quale riposavano i resti del primo Vescovo di Nola, San Felice Martire. Nel « monastero » nolano, il lavoro intellettuale e manuale proseguiva di pari passo con l'intensa attività ascetica. Paolino scriveva libri e componeva poesie religiose; dettava lettere e pronunziava sermoni. Per di più, curava l'orto e si dedicava alla costruzione di una nuova grande basilica dedicata a San Felice.
Quando morì il Vescovo di Nola, Paolino venne chiamato a succedergli. Accettò l'incarico anche se questo poneva fine alla vita che egli preferiva, e benché tempi tempestosi si preparassero per l'Italia: Genserico aveva passato il mare alla testa dei suoi Vandali e si apprestava a mettere a sacco Roma e tutte le città della Campania.
Nonostante le difficoltà, Paolino portò a termine l'opera che più gli stava a cuore, e cioè la nuova basilica di San Felice. L'adornò splendidamente e la illustrò con scritte che ripetevano insegnamenti mistici e precetti morali: quei precetti e quegli insegnamenti ai quali egli stesso aveva ispirato la propria vita, terminata santamente nel 431, a settantasei anni, mentre i rintocchi delle prime campane si allargavano, da Nola, nel cielo luminoso della Campania.


 
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