Secondino vescovo - Immaginette Sacre

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Secondino vescovo

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27 Maggio
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Nessun Santo titolare è segnato in apertura dei mese di luglio nel nuovo Calendario della Chiesa, perché la recente riforma liturgica ha soppresso la solennità del Preziosissimo Sangue di Gesù, istituita da Pio X nel 1849. E’ stato infatti giustamente osservato che il sangue dei Redentore, strumento prezioso della nostra salvezza, viene già celebrato implicitamente nelle solennità della Passione, in quelle dedicate all'Eucarestia, in quella del Sacro Cuore, e finalmente in quella dell'Esaltazione della Croce. La devozione lodevolissima anzi fondamentale, per il Sangue del Redentore, non ha bisogno di una ricorrenza liturgica speciale, oltre a quelle già esistenti e già ricordate.
Nella storia del Cristianesimo incontriamo invece le figure di due Martiri d'epoca ignota, ricordati in questo giorno, privo di memoria obbligatoria.
Tra Gaeta e Pozzuoli, dove un tempo correva il confine meridionale del Lazio, esisteva una colonia romana con il nome di Sinuessa. Oggi, di questa antica città non restano che pochi avanzi, ma le è sorto vicino, tra il Monte Massico e il mare, l'abitato della modesta Mondragone. Mondragone, in provincia di Caserta, fu nel medioevo castello dei Re di Napoli. Ladislao, ai primi del '400, lo concesse in feudo alla famiglia dei Sannazzaro, dalla quale sarebbe uscito, di lì a poco, il celebre lacopo, poeta dell'Arcadia.
Oggi Mondragone è rinomato centro balneare, e anche termale, per una sorgente di acqua solforosa salutare per le malattie della pelle e le artriti. Non va confusa, questa città della Campania, con la villa di Mondragone, a Frascati, fino a pochi anni or sono sede di un celebre collegio, retto dai Gesuiti. La villa di Mondragone venne fatta costruire, nel '500, per il Papa Gregorio XIII, ed ha un curioso vanto storico, perché proprio lì il Papa firmò la bolla con la quale decretava la riforma del Calendario.
Casto e Secondino sono i due Martiri dell'antica Sinuessa, e oggi perciò i due Santi della moderna Mondragone. Santi amati e venerati, anche al di fuori delle mura di Mondragone, e la cui festa si celebra il primo giorno di luglio.
Il loro culto è diffuso anche a Sessa Aurunca, Gaeta, Calvi, Capua, Sora, Trivento e Benevento.
Ma la devozione per i Santi è un fatto che non segue regole fisse. Quella per i Martiri Casto e Secondino, in particolare, sembra non tenere in conto alcuno le lacune, anzi il vuoto, che si cela dietro quei due nomi, da secoli ripetuti con affetto e con fede da migliaia e migliaia di fedeli.
In realtà sul conto di Casto e Secondino, come personaggi storici, non si sa nulla di sicuro. Esistono, in verità, i loro Atti, privi però di valore per gli studiosi. Ciò non vuol dire, del resto, che i due Martiri di Sinuessa siano personaggi inesistenti, o invenzioni della fantasia devota. Vuol dire semplicemente che noi non sappiamo, forse non sapremo mai, quale vicenda umana si celi dietro quei nomi tenacemente sopravvissuti alla loro storia. Forse, come qualcuno ha suggerito, i due Santi non erano in realtà originari di Sinuessa, e neanche vi trascorsero mai la loro vita. Forse la loro devozione venne d'oltremare, probabilmente dall'Africa, e a Sinuessa attecchì con particolare vigore, per motivi che oggi ci sfuggono. Per un processo, non raro, di identificazione, e vorremmo dire di annessione, la loro devozione fu tale da farli presto ritenere due Martiri locali, di Sinuessa. E quando Mondragone prese il posto della scomparsa Sinuessa, la devozione per Casto e Secondino mutò di luogo, ma non di tono. Divennero i Martiri di Mondragone, come erano stati quelli di Sinuessa, anche se nessuno potrà mai dire con certezza quale sia stata la loro vicenda, e come sia il loro vero volto.


 
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