Siro - Immaginette Sacre

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Pochi giorni fa, festeggiando Sant'Andrea, abbiamo riportato le parole dell'Apostolo sulla montagna presso il Lago di Tiberiade, in mezzo alla grande folla che aveva seguito Gesù, e che non aveva nulla da mangiare.
« Vi è qui un fanciullo con cinque pani d'orzo e due pesci   aveva detto Andrea   che cos'è mai questo per tanta gente? ». Invece, il miracolo deIla moltiplicazione dei pani aveva fatto bastare per tutti, per migliaia di persone, il poco modesto cibo portato dal ragazzo.
Proprio di quell'anonimo, involontario strumento dello strepitoso miracolo di Gesù, parleremo oggi ricordando come, nella devozione del Medioevo, quel ragazzo abbia avuto un nome e una storia, e sia diventato San Siro, Vescovo e Patrono di Pavia.
L'identificazione, del tutto fantasiosa, è però abbastanza suggestiva, se non altro perché anche San Siro, come evangelizzatore delle terre e delle città lombarde, fu strumento di una prodigiosa moltiplicazione, non più di pani e di pesci, ma di anime convertite alla Grazia. Infatti, anche San Siro, come tutti gli antichi Apostoli, sarebbe stato un portentoso seminatore della verità e un abilissimo propagandista della parola di Dio.
E proprio come un infaticabile viaggiatore di commercio, San Siro batté bene la sua « piazza » spirituale, spostandosi a Verona e a Brescia, a Piacenza e ad Aquileia, a Lodi e a Milano, a Parma e a Genova, a Tortona e ad Asti.
Egli sarebbe giunto in Italia al seguito di San Pietro, e da lui sarebbe stato inviato a predicare nella verde pianura del Po. Sua prima tappa fu Pavia, città che si chiamava allora Ticinum, e che era destinata ad avere grande importanza nella storia civile dei secoli successivi. Pavia fu la sede prescelta da San Siro, che ne divenne così il primo Vescovo.
Secondo la tradizione, egli fu Vescovo per ben 56 anni: sempre in moto, diffondendo l'Evangelo con la stessa ampiezza di raggio con la quale, poi, si diffuse il suo culto.
La Chiesa di Pavia vantò sempre la propria anzianità rispetto a quella di Milano, per quanto nei secoli successivi il Vescovo di Pavia dipendesse da quello di Milano. E il titolo di anzianità più valido, per i Pavesi, era proprio il loro San Siro, non soltanto inviato diretto di San Pietro, ma anche, secondo la leggenda, testimone e quasi protagonista di episodi evangelici come quello della moltiplicazione dei pani!
Quando morì, il Patrono di Pavia venne sepolto in una chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio: a due Santi cioè che sarebbero stati « riscoperti » qualche secolo dopo, a Milano, da Sant'Ambrogio! Era anche questo un modo di stabilire un primato della città dei Ticino su quella del Naviglio, e di contrapporre a Sant'Ambrogio, gloria di Milano, il Vescovo San Siro, vanto di Pavia.


 
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