Tecla vergine e martire - Immaginette Sacre

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Tecla vergine e martire

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23 settembre
Α

Ω

B A C K
Una possibile interpretazione di questo nome femminile, di origine greca, è quella di attribuirgli il significato di « meravigliosa ». Un'altra invece gli attribuirebbe quella di « fama divina ».

Nell'uno e nell'altro caso, il nome di Tecla giustificherebbe una diffusione assai maggiore dei suo uso, alquanto limitato, mentre diffusissimo è il suo culto in varie località, tanto che sarebbe possibile ritenerla una Santa locale in molte città diverse.

Potrebbe sembrare, per esempio, una Santa milanese a Milano, dove è venerata fin dall'antichità nella basilica a lei dedicata da Sant'Ambrogio. Oppure una Martire romana, sepolta lungo la via Ostiense, oppure una Santa istriana, onorata in modo particolare a Parenzo. In Spagna la si venera a Tarragona, in Catalogna; nell'isola di Cipro, cinque località ne ripetono il nome. In Palestina, si venera il suo corpo nella chiesa di Bethfage, e perfino nel deserto libico, a Karm‑Abum, un'antica cappella segna il luogo della sua sepoltura.

La diffusione e l'antichità di Santa Tecla si spiega con la popolarità del vero e proprio romanzo agiografico di cui ella è protagonista, e anche con la fama di colui che la convertì, San Paolo, nei cui « Atti » apocrifi è narrata  la storia della Santa.

Predicando ad lconio, in Licaonia, San Paolo avrebbe infatti convertito, tra gli altri, una fanciulla bellissima, probabilmente ebrea, di nome Tecla. Fidanzata a Tamiri, dopo la conversione ella si votò alla castità, rompendo il fidanzamento. L'innamorato deluso costrinse allora l'Apostolo a lasciare la città, e la sua denunzia mandò sul rogo la fanciulla cristiana.

Ma Tecla non morì, perché un Angiolo, con il suo alito, spense le fiamme e la fanciulla si rifugiò incolume ad Antiochia. Qui un cittadino eminente s'innamorò di lei e, respinto, la fece condannare alle belve, ma neanch'esse toccarono la casta fanciulla.

Tecla era ancora catecumena, in attesa del Battesimo. Sentendo vicina la morte, volle af­frettare il sacramento, gettandosi in una piscina dove vivevano feroci animali, fulminati però quand'ella entrò nell'acqua. E finalmente, la Regina Tryfane, commossa da tali vicende, la fece liberare. Così Tecla poté affiancarsi a San Paolo, coadiuvando l'Apostolo nel ministero della predicazione.

Sotto il velo del mirabolante romanzo ‑ che continua fino alla prodigiosa scomparsa della Santa, a Meriamlik, in Seleucia ‑ si può forse cogliere un fatto interessante e veridico. Probabilmente cioè, Tecla fu una collaboratrice locale di San Paolo, una delle prime donne che si dedicarono all'opera missionaria all'ombra delle figure degli Apostoli, diffondendo nel mondo la Buona Novella cristiana.

Per questo ‑ più che per l'avventurosa vicenda eroico‑sentimentale ‑ Santa Tecla può ben meritare la vasta diffusione che ha avuto il suo culto.
 
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