Tiburzio Valeriano e Massimo martiri - Immaginette Sacre

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Tiburzio Valeriano e Massimo martiri

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14 Aprile
Α

Ω

B A C KRoma 14 aprile 229



Martirologio Romano
A Roma nel cimitero di Pretestato sulla via Appia, santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, martiri.
Il culto di questi tre martiri è assai antico: è attestato, a Roma, fino dal V secolo, e ne fanno fede tutti i più antichi calendari. Non è fuor di luogo, perciò, spendere qualche parola in onore, o almeno in memoria di questi campioni della fede, e tentar di ricostruirne, all'incerta luce delle leggende, i tratti approssimativi.
E per ricostruirne i tratti leggendari, l'unica cosa possibile è ricorrere alle cosiddette Gesta di Santa Cecilia, che narrano la storia, romanzata, di una delle più celebri fanciulle e martiri dell'epopea cristiana.
In quelle Gesta si legge infatti come Cecilia, figlia di famiglia senatoriale, andasse in sposa a Valeriano, un giovane patrizio. La loro fu un'unione castissima, e la dolcezza della sposa convertì anche il premuroso marito, il quale chiese e ottenne il battesimo cristiano. A loro volta, Valeriano e Cecilia convertirono Tiburzio, fratello di Valeriano.
Pur avendo egli stesso accettato il voto di castità che legava la sua sposa, Valeriano temette che Cecilia amasse un altro uomo, e le chiese una prova, per esserne certo dell'innocenza. Trovò così accanto alla sposa un angiolo, con due corone in mano: una di rose per lei, una di gigli per lui.
Poco dopo, una violenta persecuzione si scatenò contro i cristiani dell'Urbe. Venne emanata una legge che proibiva di dar sepoltura ai corpi dei Martiri. Valeriano e Tiburzio, i due fratelli cristiani, infransero quella legge cercando segretamente di seppellire i fratelli caduti. Vennero perciò denunciati, giudicati, r condannati alla decapitazione.
Mentre si recavano sul luogo della persecuzione, a quattro miglia da Roma, ebbero il modo di convertire anche il Prefetto della città, Massimo, il quale si unì immediatamente a loro. Fu così un gruppo di tre Martiri  Valeriano, Tiburzio e Massimo - che ebbe la testa divisa dal tronco, ai margini della via consolare, il 14 aprile di un anno - anzi di un secolo - imprecisato.
Fu la stessa Cecilia a dar loro sepoltura, in segreto, nelle catacombe del Cimitero di Pretestato, lungo la via Appia. Poi, anche per la casta sposa di Valeriano, si aprì la pagina del lungo e tormentato martirio.
Queste sono le notizie sul conto dei tre Martiri oggi ricordati. Notizie leggendarie, come abbiamo detto, di protagonisti secondari del romanzo agiografico di Santa Cecilia. E se ciò giustifica che i loro nomi siano stati relegati ai soli calendari particolari, non vuol dire che il loro ricordo debba essere consegnato al- oblio del tempo, senza essere rinverdito per quello che è: una commovente leggenda, troppo labile per essere veramente esemplare.

 
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