Venanzio martire - Immaginette Sacre

Vai ai contenuti

Menu principale:

Venanzio martire

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta


18 Maggio
Α

Ω

B A C K18 maggio 251



La fama di San Venanzio è stata, ed è ancora, assai larga, soprattutto per il fatto che egli viene considerato protettore nelle cadute. La sua intercessione, secondo la devozione popolare, libera e protegge da cadute e ruzzoloni, specialmente da quelle, insidiosissime che possono aver luogo da altezze in apparenza insignificanti.
« Dio ci salvi dalle basse cadute », dice infatti un'invocazione sulla bocca del popolo, che sa bene come un semplice scalino possa, assai spesso, fiaccare le membra di un colosso o incrinare le ossa di un atleta.
E in questa soccorrevole prerogativa di protettore nelle cadute, alte o basse, è tutta la gloria di San Venanzio, e anche quasi tutta la sua storia, perché, oltre ai vari aspetti caratteristici di questa devozione, ben poco si sa della sua persona.
San Venanzio è il Patrono di Camerino, dove, secondo la tradizione, egli avrebbe vissuto e sarebbe morto. Questa città, la più elevata delle Marche, sui colli che digradano lungo il Chienti verso il mare di Ancona, vanta soprattutto due titoli d'onore. Uno è quello di essere la città di San Venanzio, al quale è dedicata la bella chiesa collegiata costruita sulle spoglie del Santo. L'altro è quello di esser sede di un'antica Università, che risale al XIII secolo.
Secondo la tradizione, Venanzio visse a Camerino nella seconda metà del III secolo, ed era poco più di un ragazzo quando San Porfirio lo convertì, dal Paganesimo, alla fede cristiana. San Porfirio, a sua volta, era stato il primo a predicare il Vangelo in quella regione dell'Italia centrale, tra l'Appennino e il mare Adriatico.
Nel 250, quando ebbe inizio la persecuzione dell'Imperatore Decio, il prefetto Antioco chiamò in giudizio sia il maturo apostolo, San Porfirio, che il giovane neofita, San Venanzio. Nel processo vennero riconosciuti colpevoli, perché ambedue confessarono la propria fede. L'uno con la profonda e pacata convinzione di chi già da tempo vi aveva dedicato la sua vita e le sue opere; l'altro con il travolgente entusiasmo di chi ha conosciuto da poco il fuoco della verità.
Condannati ambedue alla pena capitale, ebbero ambedue la testa recisa. Ma prima della sentenza, sarebbero stati torturati in varie maniere. Secondo la tradizione, poi, il quindicenne Venanzio sarebbe stato gettato da un'alta rupe a sfracellarsi sui sassi e sugli arbusti del torrente sottostante. Vi atterrò invece leggero come una colomba dalle ali spiegate, incolume, e restò laggiù in ginocchio, pregando e perdonando.
Poiché era presente una gran folla, quel prodigio convertì molti pagani: più di quanti le minacce dei persecutori riuscissero a spaventare. Da quel prodigio ebbe origine per San Venanzio, decapitato subito dopo, la fama di protettore dai pericoli delle cadute.
Naturalmente questa tradizione si appoggia a molti altri episodi, avvenuti nei secoli che seguirono, nel nome e per l'intercessione del Martire di Camerino. Anzi, a voler dire tutta la verità, sono stati proprio questi prodigiosi interventi a far nascere, a ritroso, le leggende sulla vita e sulla morte di San Venanzio. Leggende che la Chiesa ha accolto nel Breviario, avallando e in un certo senso confermando la devozione popolare per San Venanzio, benevolo protettore nelle cadute.

 
Copyright 2017. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu