Vincenzo Ferreri - Immaginette Sacre

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Vincenzo Ferreri

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
Vietri sul mareSalerno5 Aprile
Α
Altre immagini del SantoΩ
Valencia, 23 gennaio 1350
B A C KVannes, 5 aprile 1419
Canonizzato nel 1453 da papa Callisto III
Reliquie del Santo - Roma - Chiesa di San Rocco all'Augusteo
Martirologio Romano
San Vincenzo Ferrer, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che, spagnolo di nascita, fu instancabile viaggiatore tra le città e le strade dell’Occidente, sollecito per la pace e l’unità della Chiesa; a innumerevoli popoli predicò il Vangelo della penitenza e l’avvento del Signore, finché a Vannes in Bretagna, in Francia rese lo spirito a Dio.
Sul Calendario universale è oggi segnato il nome di San Vincenzo Ferrer o Ferreri, grandissimo predicatore dell'Ordine domenicano. Quando si legge di quelle grandi folle che, nei tempi passati, accorrevano sulle piazze ad ascoltare i predicatori più famosi, ci vien da chiedere come fosse possibile udire la voce dell'oratore senza il sussidio dell'altoparlante. Ma l'altoparlante c'era anche allora, ed era il vento, che trasportava la parola col suo fiato. Perciò, a lato del pulpito, veniva issata una banderuola, che segnava la direzione della corrente d'aria, e gli uditori si disponevano in modo da ricevere di fronte il vento e la predica. Questo accorgimento si rendeva necessario specialmente quando sulle piazze si alzava, potentissima e travolgente, la parola di San Vincenzo Ferreri, frate domenicano. Era nato a Valencia, in Spagna, nel 1350.Entrato nel convento domenicano della sua città, fu consacrato sacerdote nel 1379, proprio quando la Chiesa veniva divisa in due da quel tremendo male che prese il nome di Grande scisma. La sposa di Cristo diventava apparentemente mostruosa, avendo non più uno, ma due capi:
due Papi che si contendevano il governo della Chiesa, dividendo così l'immacolata tunica di Gesù, che neppure i militi romani vollero strappare sul Calvario e che perciò, secondo la tradizione, si giocarono ai dadi. In realtà, uno solo era il Papa legittimo e l'altro sarebbe poi stato riconosciuto scismatico. Ma se questo giudizio si poté chiarire facilmente col tempo, non altrettanto facile era distinguere e valutare la posizione dei due contendenti a chi si trovava nel fitto della lotta. Vincenzo Ferrer, spagnolo, spinto dal Cardinale aragonese Pietro de Luna, si schierò in buona fede dalla parte di Clemente VII, Papa di Avignone, credendo in lui il legittimo successore di Pietro, mentre era proprio il Papa scismatico. Fu tanto l'ardore della sua convinzione e tanto potere aveva sui cristiani la sua infiammata parola, che trasse verso quel Papa illegittimo quasi tutta la Chiesa di Spagna Chiamato ad Avignone, dove il Cardinale de Luna era succeduto a Clemente VII col nome di Benedetto XIII, dopo tre anni, deluso, se non addirittura disgustato dal contegno di quell'Antipapa, abbandonò la Curia, anzi la Corte avignonese, per darsi tutto alla predicazione. La sua, in quel momento di grave smarrimento, fu una predicazione tremendamente severa e spaventosamente apocalittica, tanto che in certi quadri egli viene raffigurato con le fiamme sul capo, e sulle spalle le ali dell'Angelo dell'Apocalisse.
Richiamava le folle dei fedeli alla penitenza, preannunziando castighi e sciagure; predicava la purezza dei costumi e la correttezza della vita cristiana, minacciando flagelli e condanne. Gli uditori, nelle grandi piazze, rabbrividivano sotto la veemenza delle sue parole, che producevano ventate di spavento e turbini di pentimento.
Cercò di porre fine allo scisma, invitando i contendenti a deporre le loro ambizioni personali e a rendere alla Chiesa la sua unità, anche apparente. E dopo la sua morte, avvenuta nel 1419, chiuso e sanato il Grande scisma, il Papa Callisto III, nel 1455, riconobbe l'eroiche virtù del predicatore spagnolo, anche se aveva sostenuto, in un primo momento, la parte di due Papi scismatici.
Egli aveva fatto ciò in perfetta buona fede. E quello che conta, in tutte le cose, è la retta intenzione e la fede non corrotta, non alterata da interessi né da passioni.
San Vincenzo Ferreri non era stato un cristiano partigiano, perché aveva sempre richiamato, nelle sue infuocate prediche, i fedeli a temere soltanto Dio e a dare soltanto a Lui il dovuto onore. Il suo motto era infatti: Timete Deum, et date illi honorem.



 
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